Settembre rosso e nero, la polemica oscura il dramma: manovra, salario minimo, superbonus, fondi europei

Settembre rosso e nero, la polemica oscura il dramma, il “pericolo fascista” non è morto: manovra, salario minimo, superbonus, fondi europei incombono

di Bruno Tucci
Pubblicato il 10 Settembre 2023 - 07:34 OLTRE 6 MESI FA
Settembre rosso e nero, la polemica oscura il dramma, il “pericolo fascista” non è morto

Settembre rosso e nero, la polemica oscura il dramma, il “pericolo fascista” non è morto

Settembre rosso e nero. Sembra quasi impossibile che con i tanti problemi che oggi assillano il nostro Paese ci sia qualcuno che parli di propaganda fascista.

Anzi, si vuole addirittura proporre una proposta di legge che arrivi fino al Parlamento forse già in settembre.

Chi è la madrina di una simile iniziativa? Manco a dirlo è Elly Schlein, la super segretaria del Pd che metà del partito non vuole o, almeno, fa dei distinguo su quel dice e vorrebbe avanzare.

Dopo oltre ottant’anni dal funerale di quel ventennio c’è ancora chi perde tempo su un problema ormai scomparso. Con tutti i guai che accerchiano l’Italia si dibatte su un’era ormai tramontata.

La manovra, il salario minimo, il superbonus, i fondi europei: per carità, non si debbono dimenticare.

Però, il “pericolo fascista” non è morto e seppellito. E’ necessario stare attenti, non perderlo di vista perché non si sa mai quel che può succedere quando il bilancio di uno Stato è in crisi e il deficit è multimiliardario.

Allora, forse per distrarre la gente molto preoccupata dall’inflazione, si alimenta una polemica che non ha nessun peso.

Comunismo, fascismo: sono sostantivi che dobbiamo riporre in un cassetto e lasciarli morire lì. Ad esempio, potreste mai accusare un ex democristiano che ora milita nelle file del Pd di essere un “rosso d’altri tempi”? Potrebbe rispondervi in una sola maniera: con il silenzio ed un esposto alla procura della Repubblica.

Ed ancora: si potrebbe tacciare di essere un fascista un esponente di Forza Italia che ha sempre difeso democraticamente l’Europa e il suo europeismo?

Francamente sono temi che non ci dovrebbero più sfiorare se vogliamo bene a questo Paese e intendiamo tutti farlo crescere e diventare sempre più fondamentale per gli stati aderenti all’Unione Europea.

Chi vuole davvero creare zizzania e pescare nel torbido lo fa con tutti i mezzi, anche quelli che non hanno nessuna ragion d’essere.

Non dimentichiamo che nel 2024, e cioè fra pochi mesi,  andremo alle urne in ordine sparso, e cioè senza nessun alleato e quindi l’impossibilità di intavolare inciuci. Ognuno per conto suo. Quindi gli avversari si moltiplicano e la speranza è che non diventino nemici (come avviene in molti casi). 

Allora, proprio perché si andrà presto a votare, il fermento politico si moltiplica. Chi diventa l’”oggetto” che bisogna a tutti i costi meravigliare per rubare una preferenza a volte determinante? Il cittadino, l’uomo della strada, l’incerto o colui che nelle ultime tornate ha voltato le spalle alla politica restandosene tranquillamente a casa.

Il più effervescente è, manco a dirlo, l’onnipresente Matteo Renzi che non vuole per nulla al mondo essere relegato in cantuccio senza il minimo peso politico. Come diventare protagonisti?

Presentandosi alle europee con un nuovo partito. Di che tipo?  Una forza di centro di cui il Paese ha estremamente bisogno. A sostenerlo è l’ex presidente del Consiglio che avendo decretato la morte del Terzo Polo ne vuole far nascere un altro. Rubando i voti a chi? Agli scontenti del Pd (sono tanti secondo autorevoli  commentatori) e pure di Forza Italia, i quali, dopo la morte di Berlusconi, non si riconoscono più in quel partito.

Sorge un problema: quello dello sbarramento che è del 4 per cento. Sarebbe in grado Renzi di raggiungere e superare quel quorum?

In questo settembre così convulso gli interventi sono i più disparati ed a volte velenosi. Giuseppe Conte alla Meloni: “E’ stata a Monza per il gran premio? Bene, lei è passata dalla Ferrari alla bici”.

Si riaccende il nucleare di cui Matteo Salvini si fa il padrino. Le frecciate alla Schlein diventano sempre più acide: “Va avanti solo ripetendo slogan senza farli seguire da concrete iniziative”.

Giorgia Meloni è sempre responsabile di tutto; “Anche degli stupri”, sostiene qualcuno che è uscito di testa. 

Insomma, chi legge con attenzione i giornali o non perde mai un telegiornale non si raccapezza più e si augurerebbe solo un attimo di tregua per riflettere e dare il suo voto dopo aver analizzato tutti i problemi che si affollano in questo difficile mese di settembre.