Tasi, negozi, agricoltori…Renzi fa l’acchiappa voti

Pubblicato il 17 Settembre 2015 - 15:49 OLTRE 6 MESI FA
Tasi, negozi, agricoltori...Renzi fa l'acchiappa voti

Matteo Renzi

ROMA – Cambiare verso…ma anche no. Il Renzi governante ultima versione si presenta alquanto accomodante con il verso di prima. Soprattutto quando si tratta di consistenti bacini elettorali. In parte è la democrazia…e non puoi farci niente. Il sistema, pieno di sgorbi e brutture ma sempre meglio di ogni altro sistema al mondo e nella storia, prevede e contempla il consenso, elettorale in primo luogo, come benzina per ogni macchina politica e di governo. E il consenso-benzina lo trovi solo dai distributori: paghi e loro erogano. In parte è l’abc della politica, in parte però questo Renzi acchiappa voti è il segno che qualcosa proprio e ancora non va, non riesce ad andare. Nel paese prima ancora che in Renzi.

Passi per l’annunciata cancellazione della Tasi sulla prima casa. Dicono che Renzi lo faccia per vincere le elezioni. Certo che sì, e che dovrebbe tentare di fare, perderle le elezioni? Togliere le tasse sulla prima casa probabilmente fa meno bene all’economia che togliere 5 miliardi di tasse al lavoro e all’impresa. Vero, ma togliere le tasse sulla prima casa all’economia male non fa e non c’è paragone come consenso che portano 5 miliardi in meno di tasse sulla casa rispetto a 5 miliardi in meno di tasse sul lavoro. Togliendo la tassa sulla prima casa Renzi fa il suo mestiere, toglie tasse e toglie la tassa che con la sua eliminazione più gli porta consenso. Chi si oppone alla cancellazione della tassa sulla prima casa in realtà si oppone a che Renzi provi a vincere le elezioni. Comprensibile lo faccia Grillo, un po’ meno comprensibile lo faccia Bersani. Anzi, no: è più ovvio che si bersani a temere come la peste Renzi vinca elezioni.

Passi per via la Tasi sulla prima casa. Ma il silenzio, il fare il pesce in barile del governo sul ripristino dell’obbligo di chiusura dei negozi nei giorni festivi è non cogliere un’opportunità come si fa sulla Tasi, è puro e anche un po’ meschinello opportunismo. E’ lisciare il pelo senza per nulla cambiare verso, anzi tornando al verso antico, a gruppi di interesse tanto vasti quanto dannosi all’interesse generale. A Palazzo Chigi devono aver pensato: su questa storia dei negozi ci mettiamo contro la Chiesa, i sindacati, i commercianti? Troppa fatica, troppo rischio. Lasciamo che…e così si lascia che si torni ad una organizzazione para medioevale per gilde e signorie delle botteghe e dei commerci.

Non passi quindi per il pelo lisciato dei cala saracinesche. E non passi nemmeno per l’abbraccio/intreccio di amorosi sensi tra Renzi e Confagricoltura. Bene togliere l’Imu e l’Irap agricola. Ma, visto che c’era e come corretto, opportuno e doveroso scambio, agli agricoltori andava detto: vi togliamo tasse ma vi togliamo anche la possibilità, molto usata in verità nel settore, di costruire castelli e catene di frodi sull’Iva agevolata e sul gasolio scontato. Questo se si voleva cambiar verso.

Ma Renzi è a caccia di voti e i voti in Italia si prendono lisciando il pelo alle lobby e non facendo riforme. Il Renzi acchiappa voti mostra il vizio di adeguarsi, l’Italia non smette mai il pelo di odiare riforme ed amare sussidi. Chi l’uovo e chi la gallina?