LONDRA – Una donna nuda su un tetto di Londra, affacciata sul quartiere vittoriano di Whichapel. A tutti i passanti e i lavoratori della zona è apparsa così: una giovane, piacente signorina svestita e con le gambe divaricate su un tetto. Ma era un’opera d’arte, installazione firmata dall‘artista britannica Poppy Jackson.
Per la sua creatrice, non si trattava semplicemente di una gratuita provocazione volta a stuzzicare le attenzioni degli uomini in grigio chiusi nei loro uffici. Per la signorina Jackson quella donna nuda a cavalcioni sul tetto è una performance volta ad “indagare i dubbi relativi alla temporalità, al corpo nello spazio, alla rappresentazione e al genere attraverso considerazioni sull’uso del corpo nelle performance come una pratica attivista”.
Poppy Jackson non è nuova ad installazioni del genere. Nel suo curriculum, ricco nonostante i suoi 34 anni, si annoverano donne nude in ogni posizione. In passato, sempre per una performance artistica, la signorina Jackson aveva chiesto donazioni di sangue mestruale.
Le sue opere ricordano la donna-carota presentata all‘Expo milanese da Luigi Serafini, artista contemporaneo solitamente dedito a soggetti mitologici che ricordano la metafisica artistica di Giorgio De Chirico e del fratello Alberto Savinio. Anche lui, però, non si è risparmiato una donna nuda, seppure una donna- sirena con un tubero al posto della coda. La sua opera è stata notata all’Esposizione universale italiana, come la donna nuda di Jackson sui tetti londinesi.
Del resto, come insegnano gli esperti di marketing o più semplicemente il senso comune che poi non è solo comune ma a volte anche buon senso, metti una donna nuda e le attenzioni si catalizzano. Insomma, si vince facile.