L’ippica insorge: cavalli per protesta sul lungomare di Napoli

Pubblicato il 9 Gennaio 2012 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Il lungomare di Napoli, domenica 8 gennaio è stata trasformata in una pista di un ippodromo. Ma quella non è affatto un’esibizione festosa. In strada, driver, allevatori, proprietari, veterinari, fornitori cercano la vetrina per mettere in evidenza tutta la sofferenza e nelle parole di molti anche la rabbia per il rischio della cancellazione di migliaia di posti di lavoro nel settore ippico con un allarme particolarmente elevato che parte proprio dall’area campana, a cominciare da Agnano dove si trova uno dei più importanti e storici ippodromi italiani.

Circa 300 persone e una ventina di cavalli guidati da trottatori a bordo di sulky, partiti da Agnano, passati dal quartiere di Fuorigrotta, hanno raggiunto la zona di via Caracciolo fino ad arrivare all’area antistante Castel dell’Ovo. L’insolito ‘corteo’ si e’ soffermato proprio davanti ai grandi alberghi della città. Una manifestazione, quella degli operatori ippici, per dire no, come spiega il portavoce del comitato che si ribella alla crisi dell’ippica, Pierluigi D’Angelo, ”al taglio del 70% dei fondi del settore da parte del Governo. E questo significa la morte di 350 mila cavalli, la cancellazione di 170 mila ettari, il licenziamento di 50 mila addetti in tutta Italia”.

D’Angelo è una figura rappresentativa della protesta, visto che viene da una famiglia di allevatori, è proprietario e guidatore, cioè proprio le categorie che capeggiano la protesta. Ma c’e’ anche tutto l’indotto coinvolto, dai veterinari ai rivenditori di mangime.

I manifestanti sono scesi in strada per far conoscere, con un’iniziativa spontanea e improvvisata nelle ultime ore, la situazione e raccogliere la solidarietà dei napoletani. All’Ippodromo di Agnano, come nelle altre strutture italiane, non si corre in seguito al fermo di tutte le manifestazioni dallo scorso 1 gennaio ”per effetto – spiegano alcuni rappresentanti dei lavoratori della struttura – della decisione del Governo che ha tagliato del 40% le risorse economiche sul montepremi delle corse”.

Gli 80 dipendenti diretti di Agnano sono così in ferie forzate. ”E’ come se il calcio si fosse fermato ma, quando il pallone sciopera, ne parlano tutti, ora che ci siamo noi a non avere lavoro – denunciano altri lavoratori – nessuno se ne occupa”. Sul lungomare, intanto, la protesta di fantini, allevatori, guidatori, allenatori, proprietari e’ solo il primo capitolo di uno stato di agitazione che continuera’ se i ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia non andranno incontro alle richieste degli operatori ippici.

”Ma è mai possibile – si chiede D’Angelo – che nel Mezzogiorno, con la criminalità che ci ritroviamo, si consenta una cosa del genere facendo finire in mezzo a una strada gente che non ha alcun scivolo di carattere sociale? Migliaia di padri di famiglia – avverte – che si ritroveranno improvvisamente senza un euro di stipendio”.

Le foto della protesta: