Rolling Stone, l’omaggio per l’8 marzo alle donne (oggetto): “Siamo tutti morti di fi**”

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 8 Marzo 2019 - 20:46 OLTRE 6 MESI FA
Rolling Stone, l'omaggio per l'8 marzo alle donne(-oggetto): "Siamo tutti morti di fi**"

Rolling Stone, l’omaggio per l’8 marzo alle donne(-oggetto): “Siamo tutti morti di fi**” (L’articolo su Rolling Stone)

MILANO – “Vi amiamo moltissimo. Siamo tutti morti di figa”. Il Rolling Stone, con un articolo a firma di Enrico Dal Buono, omaggia così le donne in occasione dell’8 marzo. O meglio scrive di omaggiarle. 

Nel lungo pezzo, flusso di coscienza che sfoggia un ampio repertorio zoologico, la tesi è che tutto il genere maschile eterosessuale sia costantemente innamorato non tanto della donna, quanto della sua vagina. 

Tutto lo scritto gira attorno a questo: un tempo qualcuno più celebre di Dal Buono scrisse dell’amor “che move il sole e l’altre stelle” e adesso pare che a muovere l’intero universo sia la vulva. Ad indicare la via è “l’erezione, noi la seguiamo: gli altri organi sono il gregge di quel pastore pelato”, scrive Dal Buono.

Facendo a brani secoli di evoluzione, di cultura, letteratura e sociologia ecco che tutto si riduce, nelle parole dell’estensore, ad una “ossessione universale solo perché via quella, via l’umanità”. 

Se qualcuno sostenesse, come ha fatto un volantino della Lega di Crotone pochi giorni fa, che la donna ha la propria funzione principale nella procreazione, traduzione pseudo-teologica di donna ridotta ad organo sessuale, apriti (giustamente) cielo. Ora lo dice Dal Buono su Rolling Stone. Ma lo dice con il gergo pseudo-accattivante di chi è romantico ma sensuale, crede d’essere bello e maledetto, e allora gli si perdona tutto.

E così eccola di nuovo lì, la donna-oggetto o donna-vagina che dir si voglia. “La verità è che vi amiamo al di là di ogni ragionevolezza. Siamo tutti dei morti di figa. Tutti”. A parte un’unica categoria, ammette Dal Buono: “I maschi che sono appena venuti”. O che hanno appena usato una vagina. Il lessico sarà anche 2.0, ma la tesi è la stessa che per secoli ha imprigionato le “vagine ambulanti” in casa per evitare che facessero del loro sesso e del loro cervello l’uso che più volevano. E che oggi si serve di politiche della peggior tradizione per ridurre la donna ad un oggetto ad uso e consumo dell’uomo. Del morto di figa. 

Fonte: Rolling Stone