Putin contro Ksenia Sobchak: manda polizia a casa della figlia del suo padrino

Pubblicato il 9 Luglio 2012 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA
Ksenia Sobchak (Foto LaPresse)

SAN PIETROBURGO – Brutta perquisizione della polizia russa a casa di Ksenia Sobchak, la cosiddetta “Paris Hilton russa” diventata in poco tempo da essere la presunta figlioccia di Putin a sua acerrima oppositrice. Lei, 30 anni e due milioni di dollari in contanti in casa, è la figlia del defunto sindaco di San Pietroburgo, mentore politico di Putin, Anatoly Sobchak. Negli ultimi anni Ksenia è stata sempre supportata dal presidente russo Vladimir Putin in tutta la sua ascesa alla ribalta televisiva. E’ la più famosa donna contemporanea della Russia, partecipa a inaugurazioni prestigiose e conduce programmi televisivi che danno scandalo. Eppure, dall’ultima elezione di Putin al Cremlino, è passata ad essere una dissidente. Probabilmente nella sua mente vede sempre Putin come una sorta di portaborse del padre ed è quindi portata a criticarlo senza remore. Questo suo voltafaccia però ha delle conseguenze: Putin ha messo da parte l’affetto, la stima e la fedeltà che ha sempre portato per il padre di lei e le ha mandato i poliziotti in casa.

Una mattina di giugno gli uomini del Comitato Investigativo della Federazione Russa hanno bussato a casa di Ksenia, l’hanno perquisita e hanno iniziato a violentarla psicologicamente. Hanno trovato delle lettere che le aveva spedito un suo ex e l’hanno iniziate a leggere ad alta voce davanti all’attuale compagno, Yashin, che stava dormendo nella camera accanto. Inoltre l’hanno seguita ovunque, anche in bagno, e si sono messi a guardarla fisso mentre faceva pipì. Le hanno inoltre aperto la cassaforte che era in casa e ci hanno trovato quasi due milioni di dollari in contanti.

Sono lontani i tempi dell’amicizia stretta tra Putin e il padre di Ksenia. Sobchak senior fu sindaco di San Pietroburgo nel 1991-1996 e prese come vice proprio Vladimir Putin che allevò politicamente quasi fosse un figlioccio. Il loro legame si cementificò con il tempo e Putin divenne molto intimo di tutta la famiglia Sobchak, Ksenia compresa.

Nel 1997 Anatoly Sobchak venne colpito da un’indagine penale per irregolarità nella privatizzazione del suo appartamento, dell’appartamento della figlia maggiore, e dello studio d’arte di sua moglie. Sobchak quindi volò a Parigi per fuggire dalla repressione russa. Nel 1999, poi, quando Vladimir Putin divenne primo ministro si attivò per far tornare il suo mentore in patria e ci riuscì: di lì a poco Sobchak fece il suo ritorno a Mosca.

Dove sono finiti ora tutta questa fedeltà e riconoscenza? Quelli che un tempo erano amici di famiglia, quasi parenti, sono acerrimi nemici. Lo stesso uomo che l’ha vista crescere ora ha mandato a casa di Ksenia la polizia a mettere sotto sopra l’appartamento, a metterla in ridicolo, a vessarla. Così si usa fare in Russia dove i metodi repressivi saranno anche cambiati ma l’idea di spedizioni punitive contro gli oppositori è tutt’altro che morta e sepolta.