Manovra, Juncker: “Se dicessimo sì a Italia, da altri Paesi reazioni violente”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2018 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA
Manovra, Juncker: "Se dicessimo sì a Italia, altri Paesi ci coprirebbero di insulti"

Manovra, Juncker: “Se dicessimo sì a Italia, altri Paesi ci coprirebbero di insulti”

BRUXELLES – “Se dicessimo sì all’Italia, gli altri Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive”. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, preannunciando un possibile no di Bruxelles alla manovra varata dal governo Lega-M5s.

“Se accettassimo il derapage – ha detto Juncker in un incontro con la stampa italiana – alcuni Paesi ci accuserebbero di essere troppo flessibili con l’Italia”. La dinamica della finanza pubblica italiana “mi dà molte preoccupazioni – ha aggiunto – ma non abbiamo pregiudizi: ne discuteremo con l’Italia come facciamo con tutti gli altri Paesi”. La Commissione europea intende valutare la manovra giallo-verde sulla base dei saldi, e non delle misure adottate dal governo italiano: “Non contate su di me per dire che non bisognerebbe che l’Italia introduca il reddito di cittadinanza di 780 euro. Non è una questione che riguarda la Commissione. Ciò che ci interessa è che l’Italia rispetti gli impegni”.

“In Italia, anche altrove ma non ovunque, l’Europa è minacciata dagli slogan di quelli che cercano dei colpevoli e non amano quelli che propongono delle soluzioni” aggiunge Juncker. “Io e la Commissione siamo incaricati di ricercare delle soluzioni, che piaccia o meno, avendo in mente l’insieme dell’Ue, i 27 e soprattutto i 19 della zona euro”.

In sostanza Juncker ammorbidisce i toni, auspicando che “ne discuteremo in tutta amicizia e con il rispetto che dobbiamo all’Italia”. E replica con un secco “no” a chi gli chiede se pensa che l’Europa possa sopravvivere all’uscita dell’Italia. “L’Europa ha bisogno dell’Italia e l’Italia dell’Europa”. Ma di fatto alza il muro anticipando una risposta negativa.

Nel frattempo è stato pubblicato sul sito della commissione Europea il Draft Budgetary Plan che il governo italiano ha inviato a Bruxelles. Il documento, che contiene le stime macro e il programma degli interventi del governo italiano, prevede per il 2019 – come indicato nell’ultima tabella del documento – uno scostamento di 1,6 punti tra il deficit programmatico fissato al 2,4% nel 2019 rispetto allo 0,8% del programma di stabilità. Il deficit a politiche invariate toccherebbe invece l’1,2% con un divario di 0,4 punti.

“Il governo italiano intende riprendere il percorso di riduzione del deficit per il pareggio di bilancio dal 2022 in avanti. Se il Pil Reale e la disoccupazione, in termini di unità di lavoro, ritornano a livelli pre-crisi prima del 2021, l’aggiustamento strutturale del Bilancio può essere accelerato”. E’ quanto afferma il governo italiano nel Draft Budgetary Plan presentato a Bruxelles.

Il piano di Bilancio dell’Italia include spese eccezionali per 0,05% del Pil per il prossimo anno. In particolare, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, si prevede una programma di manutenzione straordinaria per strade e collegamenti. La legge di Bilancio dedica 1 miliardo di euro per la sicurezza di viadotti, ponti e tunnel. Gli interventi saranno trattati – viene spiegato – con procedure di emergenza per realizzare rapidamente i lavori.

Juncker, colloquio telefonico con Giuseppe Conte. 

Juncker, dopo le sue dichiarazioni ha avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che mercoledì volerà a Bruxelles. Il premier italiano ha ribadito la volontà di un dialogo “senza pregiudizi”, sottolineando però ancora una volta che l’austerity è un percorso “non più percorribile”. Ma ha anche mediato i toni da scontro frontale, assicurando la serietà e la solidità della manovra appena varata, oltre che il rientro del deficit nel biennio successivo e l’impegno al contenimento del nostro indebitamento.

Ben di diversa struttura la difesa alla manovra portata avanti da Luigi Di Maio che ha accusato il presidente della Commissione di voler mantenere “lo status quo che ha causato solo povertà e disoccupazione”. Il leader 5S non è sembrato comunque troppo impensierito, considerando quello di Juncker un ruolo ormai a scadenza: “Continui pure a rivoltarsi, – ha affermato – gli rimane tempo ancora fino a maggio”.

Non distante la posizione di Matteo Salvini: “La manovra italiana è passata. Juncker se ne faccia una ragione e si beva un caffè”, è stata la risposta sarcastica del ministro.

A gettare acqua sul fuoco è stato stavolta il ministro degli Esteri, Enzo Moavero. La discussione in Europa “è fisiologica. Essere in discussione – ha spiegato – non significa essere fuori dalle regole”. Una posizione che punta a mitigare le posizioni condivisa anche dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che ha invocato “un dialogo rispettoso tra la Commissione Ue e l’Italia”.