Afghanistan, Frattini: “Mai parlato di exit strategy, nessun ritiro”. La Russa: “Restiamo, prima raggiungere gli obiettivi”

Pubblicato il 14 Ottobre 2010 - 16:52 OLTRE 6 MESI FA

I funerali degli alpini morti in Afghanistan

Dalla Farnesina arriva il messaggio chiaro:  ”Nessuno ha parlato mai di exit-strategy” dall’Afghanistan. ”Non è una fuga né un ritiro” ma si tratta di ”una strategia di transizione”. E’ quanto ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini rispondendo ai giornalisti riguardo il ”ritiro” dei militari della forza Isaf dall’Afghanistan nel periodo 2011/2014.

Anche la Difesa è dello stesso parere. In Afghanistan ”guardiamo a degli obiettivi:possiamo presumere quando li raggiungeremo, ma se l’obiettivo non viene raggiunto resteremo lì oltre qualsiasi data che abbiamo detto”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una conferenza a margine della ministeriale Esteri-Difesa della Nato a Bruxelles.

Dopo le polemiche sulla morte dei quattro alpini sabato scorso e le voci su una exit strategy l’Italia tiene a chiarire che i suoi soldati non lasceranno il Paese. Intanto il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha detto che il processo di riconciliazione e pacificazione in Afghanistan è un processo ”a guida afghana”, ma la Nato è pronta, ”se viene richiesto”, a fornire assistenza al dialogo con i talebani.

‘Se la Nato può facilitare con pratiche di assistenza e su richiesta” il processo di pacificazione e riconciliazione in corso ”siamo preparati a farlo”, ha detto Rasmussen, rispondendo ad una domanda sulle indiscrezioni emerse nelle ultime ore in base alle quali forze Nato avrebbero aiutato concretamente il dialogo in corso tra esponenti dei talebani e il governo di Karzai. Tra l’assistenza fornita, ci sarebbe anche il trasporto aereo di esponenti talebani a Kabul. Rasmussen non e’ entrato nel merito dell’assistenza possibile, ma ha reiterato che l’Alleanza è pronta a ”facilitare” questo dialogo con varie forme di assistenza. Secondo Rasmussen, il modo migliore di indurre i talebani a negoziare un futuro di pace ”è di continuare con le operazioni militari”. ”Credo che la strada migliore è quella di mantenere la pressione militare sui talebani”, ha detto. ”Più forte questa pressione sarà, migliori saranno le chance di pacificazione”