Berlusconi – Bossi: crisi scongiurata, ma i problemi restano

Pubblicato il 3 Maggio 2011 - 22:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA 3 MAG Si allenta la ten – ROMA, 3 MAG – Si allenta la tensione tra Lega e Pdl ma restano i problemi: alla fine, dopo giornate convulse che hanno segnato l'apice di un inedito scontro tra gli alleati di governo, sulla Libia la maggioranza trova una soluzione di compromesso per evitare di arrivare divisa al voto in Aula. Ma e' una schiarita che non lascia ancora intravvedere una vera e propria ricomposizione in quello che e' ormai un tesissimo rapporto, anche personale, tra il Cavaliere e il Senatur. Umberto Bossi, a cena con i suoi al Senato, pensa di poter ancora risolvere la vicenda Parmalat: ''Un passo per volta'', dice. E annuncia che vedra' a breve Silvio Berlusconi. E aggiunge, per allentare la tensione con ilo suo amico Silvio: ''Non si puo' vincere al 100%''. Resta il fatto che lo strappo sulla Libia ha portato alla superficie un certo malessere tra i leghisti. Basti pensare proprio al caso Parmalat, con le accuse al premier di aver fatto diventare l'Italia una ''colonia' della Francia''. C'e' in ballo il ruolo del ministro dell'Economia, c'e' tutta la vicenda della gestione dell'immigrazione nei rapporti con la Francia e con Bruxelles. Poi, il nodo del rimpasto di governo e la partita delle elezioni a Milano, con il caso Lassini, e i timori che il candidato della maggioranza possa non farcela al primo turno nel fortino simbolo del Nord e della forza del Cavaliere. E poi le fibrillazioni nel Pdl, che mantengono sulla corda una squadra che deve anche fare i conti con quella terza-gamba dei responsabili che scalpita per entrarvi. Bossi l'ha detto chiaro e tondo, sulla Libia il governo potrebbe cadere, e se anche alla fine una auspicata via d'uscita e' stata trovata, resta il gelo. Per giorni l'atteso faccia a faccia Bossi-Berlusconi e' stato rinviato; il Senatur tiene tesa la corda, anche a fini elettorali, e il Cavaliere inizia ad esserne infastidito. E se alla fine si trova la quadra sulla Libia, il compromesso e' anche l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. La mozione concordata con i lumbard chiede di non imporre nuove tasse per finanziare la missione italiana in Libia; le risorse potrebbero essere trovate o riducendo, come chiedeva la Lega, l'impegno in Afghanistan e Libano, o nelle pieghe degli stanziamenti al ministero della Difesa. Sulla carta sembrano sfumare le possibilita' per il Carroccio di riaprire il dossier Parmalat. Anche se oggi il cda del Gruppo di Collecchio ripete che l'Opa lanciata dai francesi non e' stata ne' sollecitata ne' concordata, la possibilita' che la configurazione di un Opa ostile possa riaprire i giochi sembra molto difficile. Tant'e' che il capogruppo della Lega in commissione Finanze della Camera e relatore al decreto legge antiscalate, Maurizio Fugatti, gia' mette le mani avanti: ''Vedremo come andra' a finire. Lavoreremo per varare norme per evitare che in futuro si verifichino casi come questo'' dice. E Bossi spera di poter trovare una soluzione anche su questo delicatissimo tema. In serata la sintesi la fa il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: ''Abbiamo preso un'aspirina. Siamo in fase di guarigione''. Il tempo dira' se il medico ha avuto ragione.