Brancher al suo primo Cdm: c’è ma non si vede

Pubblicato il 30 Giugno 2010 - 20:44 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa non si ricorda se il collega Aldo Brancher abbia partecipato al consiglio dei ministri di mercoledì 30 giugno. Il neoministro in realtà c’era ma sembra invisibile: parlamentari e militanti dell’Idv lo aspettano invano fuori dal ministero per contestarlo e soprattutto nella conferenza stampa, dove l’unico argomento è il federalismo in varie salse e conti, è l’unico assente mentre Tremonti, Bossi, Calderoli e Fitto, alla fine, si fanno pure la foto-ricordo.

Anche se le deleghe dell’ex sottosegretario restano un mistero, oggi c’è stato il debutto di Brancher da ministro nel consiglio chiamato a dare il via libera alla relazione che disegna il federalismo fiscale e demaniale. Un debutto low profile, forse per evitare di aizzare gli attacchi delle opposizioni, ma l’impressione è che tra gli altri colleghi ci fosse imbarazzo ai limiti del non riconoscimento del ruolo.

L’unico regista applaudito è stato Umberto Bossi: è lui a presiedere l’ultima parte del consiglio dei ministri, in assenza del premier Silvio Berlusconi impegnato nella trasferta internazionale. E poi a prendere per primo la parola in conferenza stampa. E se non stupisce che il ministro leghista Roberto Calderoli lo osanni come il ”professore del federalismo”, non ha alcun dubbio sui titoli del Senatur il titolare del ministero dell’Economia. ”Il ministro del federalismo è Bossi”, risponde secco Tremonti.

Se questo è il clima nella maggioranza, non fa sconti l’opposizione. ”Brancher si deve dimettere perchè mi pare evidente a tutti gli italiani che siamo in una fase in cui si inventano i ministeri ad personam”, incalza il segretario Pd Pier Luigi Bersani che con l’occasione chiede ”se fosse tecnicamente possibile” anche le dimissioni del ministro ad interim per lo Sviluppo Economico, cioè Berlusconi.

Oggi al Senato Pd e Idv hanno presentato la mozione di sfiducia al ministro mentre la riunione dei capigruppo ha fissato per l’8 luglio l’esame, in Aula, dell’analoga mozione. Va invece avanti a colpi di un’interrogazione al giorno, fino ad ora 12, il senatore Pd Stefano Ceccanti che chiede conto delle deleghe, finora fantasma, di Brancher.

A fare chiarezza ci prova il ministro Elio Vito che nel corso del question time gli attribuisce il ruolo ”di concerto tra i ministri per giungere ad una più rapida attuazione del federalismo”. Spiegazione che manda su tutte le furie in Aula il leader Idv Antonio Di Pietro: “Brancher è un coadiutore?. Ma il coadiutore non poteva farlo già da sottosegretario?”.