Consigliera marocchina, dopo 23 anni: “Italia, mi fai paura. Me ne vado”. E la Lega applaude

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2014 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA
Consigliera marocchina, dopo 23 anni: "Italia, mi fai paura. Me ne vado". E la Lega applaude

Aicha Mesrar

ROVERETO – “Italia, mi fai paura. Me ne vado”. Così Aicha Mesrar, marocchina di 45 anni giunta in Italia 23 anni fa e da quattro consigliera comunale del Pd a Rovereto, ha detto basta. Dopo due anni di continue vessazioni e minacce, lei che è stata la prima donna musulmana eletta in un consiglio comunale del Trentino, si è vista costretta a lasciare una vita di impegno sociale e di lotta per l’integrazione, per trasferirsi oltralpe. Via da Rovereto, ma anche via dall’Italia, come le è stato più volte intimato, e con il plauso della Lega Nord.

Dal 2012 Aicha Mesrar è stata più volte vittima di gravi intimidazioni e insulti xenofobi. La prima lettera anonima, due anni fa, la ritraeva in una bara con l’invito a tornarsene al suo Paese. Minacce che si sono reiterate in questi anni: non soltanto a lei, ma anche al sindaco, Andrea Miorandi, per farli desistere in particolare dall’idea di un luogo di sepoltura islamico e da quella di costruire una moschea a Rovereto.

Due anni di vita non esattamente sotto scorta: dopo le prime minacce, la polizia locale si limitava a seguirla in occasione delle sedute del consiglio comunale. Poi la promessa di farle del male, ripetuta in una serie di lettere anonime, si è estesa anche alla sua famiglia. Di qui la decisione, sofferta, di dare le dimissioni dal Consiglio e di trasferirsi all’estero. Forse in Francia, scrivono alcuni giornali locali, ma lei smentisce: “Non è vero, andrò in un altro posto, in Europa”.

Mesrar racconta di avere dovuto cambiare via via le sue abitudini negli ultimi due anni. Proprio lei che era abituata da sempre a lavorare, di giorno o di sera, in riunioni o sola. Questo l’aveva spiegato con semplicità al suo ingresso in Aula a Rovereto nel 2010, nel Pd, quando si era trovata addosso, un po’ stupita, molta attenzione per il velo che indossava e intendeva tenere, quale simbolo di preghiera.

Miorandi le aveva dato l’incarico speciale per la promozione di ‘Rovereto città aperta al mondo’.

“Non è colpa dei roveretani – precisa l’ex consigliera – ma di alcuni. Me ne vado con orgoglio, soddisfatta di quello che ho fatto e di quanto ho ricevuto. In Trentino, per l’integrazione, è stato fatto molto. Il resto d’Italia sinceramente non lo conosco, quindi non mi permetto di esprimere giudizi. E non voglio generalizzare nemmeno nei confronti dei roveretani, che mi hanno dato tanto. Ma quando succedono cose del genere non si vive più tranquilli”.

Immediati i messaggi di solidarietà da parte delle istituzioni e della politica. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha espresso rammarico e dispiacere, chiamandola al telefono.

“In questi anni ci siamo molto adoperati per garantire accoglienza, convivenza e integrazione di tutti in seno alla società trentina”.

Un pensiero anche del presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che si è detto preoccupato per la notizia dell’addio.

“Significa – ha affermato – che il nostro Trentino non ha ancora sconfitto del tutto i pericolosi germi dell’intolleranza”.

L’unico a gioire è il segretario della Lega Nord, Maurizio Fugatti, che in un comunicato afferma senza pudore:

“Non è questa l’immagine che hanno invece i tanti trentini che oggi si sentono addirittura discriminati nell’erogazione dei sussidi pubblici rispetto agli stranieri. Non conosciamo le motivazioni reali per cui Aicha Mesrar lascia il Trentino. Certo è che non sentiremo comunque la mancanza di stranieri come lei, che hanno usufruito del nostro sistema sociale e solidale e poi se ne vanno sparando alla schiena dei trentini in modo ingrato”.