Coronavirus, via il segreto sui verbali del Cts alla base dei Dpcm. Tar del Lazio sconfessa il governo

Via il segreto sui verbali del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus. Il Tar del Lazio ordina che siano pubblici gli atti che hanno portato all’emanazione dei Dpcm durante il lockdown.

Il Tar del Lazio ha dato ragione ai giuristi della Fondazione Luigi Einaudi ordinando la produzione degli atti da parte della Presidenza del Consiglio posti alla base dei Dpcm per l’emergenza coronavirus.

Il provvedimento, del 22 luglio, accoglie il ricorso presentato dagli avvocati Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello ed Enzo Palumbo che contestava il diniego di accesso agli atti opposto dal governo alla richiesta dei verbali del Cts.

In una nota, la Fondazione Einaudi spiega di aver “chiesto che il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte rendesse disponibili i verbali del comitato tecnico scientifico, utilizzati a supporto dell’emanazione dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) dell’1.3.2020, dell’8.3.2020, dell’1.4.2020 e del 10.4.2020″.

“In tali Dpcm – osserva la Fondazione – le misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale, imposte agli italiani, risulterebbero motivate sulla scorta delle valutazioni operate dal Comitato Tecnico Scientifico”.

I tre giuristi di matrice liberale, sono tutti aderenti con diversi ruoli alla Fondazione Luigi Einaudi Onlus di Roma; Pruiti Ciarello è anche il Coordinatore Nazionale dei Comitati noiNO, contro il taglio dei parlamentari.

A loro avviso hanno ritenuto necessario chiedere copia di quei verbali, attraverso l’accesso generalizzato agli atti amministrativi, per consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni del governo.

I motivi cioè, per i quali, durante l’emergenza Covid i cittadini sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione.

Accesso agli atti, il diniego del governo

Ma, prosegue la nota, “il Governo, e per esso il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, si è rifiutato di consegnare quei verbali”.

A questo punto i tre giuristi hanno costituito un comitato, “al quale hanno aderito anche i colleghi avvocati Federico Tedeschini, Ezechia Paolo Reale e Nicola Galati, assieme ai quali hanno promosso ricorso al Tar del Lazio”.

Il provvedimento del tribunale amministrativo – aggiunge la nota – che aderisce completamente alle tesi dei ricorrenti, ha stabilito che l’accesso a quei verbali del comitato tecnico scientifico va consentito.

Poiché “se l’ordinamento giuridico riconosce, ormai, la più ampia trasparenza alla conoscibilità anche di tutti gli atti presupposti all’adozione di provvedimenti individuali o atti caratterizzati da un ben minore impatto sociale, a maggior ragione deve essere consentito l’accesso ad atti, come i verbali in esame, che indicando i presupposti fattuali per l’adozione dei descritti Dpcm, si connotano per un particolare impatto sociale, sui territori e sulla collettività”.

Gli avvocati Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo hanno sostenuto che la conoscenza di quei verbali deve essere garantita a tutti i cittadini, perché necessaria all’esercizio dell’ordinario controllo politico-democratico.

Il Tar, aderendo a quanto richiesto, ha stabilito che l’accesso agli atti richiesto dai ricorrenti “oltre a favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche, ha anche la finalità di promuovere, come nel caso in esame, la partecipazione al dibattito pubblico”.

Tar Lazio, la soddisfazione dei giuristi Einaudi

“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto – affermano gli avvocati – perché adesso possiamo, come cittadini italiani, conoscere le motivazioni in base alle quali il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha così fortemente compresso i diritti costituzionali di milioni di persone”.

“Non appena il Governo ci consegnerà quei documenti, li renderemo pubblici, perché in una matura democrazia liberale i cittadini hanno il diritto di conoscere gli atti dei loro governanti e il diritto/dovere di giudicarli politicamente”.

“Solo chi ha paura del giudizio dei cittadini si può opporre a che questi siamo informati e consapevoli”, concludono. (Fonte: Agi).

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