Con Fini alla Camera record di sedute dedicate all’approvazione di leggi

Pubblicato il 16 Agosto 2010 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Gianfranco Fini batte in ”laboriosità parlamentare” Fausto Bertinotti, ma resta dietro a Pier Ferdinando Casini e a Luciano Violante: è questo il risultato che emerge da una statistica fatta elaborare dall’ufficio stampa di Montecitorio sull’impegno dei deputati nei primi 2 anni delle ultime 4 legislature. Con la presidenza del “rivale” di Berlusconi è stato battuto il record dell’impegno dei deputati per il varo di nuove leggi. Con l’ex leader di An si sono svolte 346 sedute con 1.845 ore di lavoro; più lento è stato invece il ritmo legislativo tenuto da Fausto Bertinotti che con 278 sedute ha impegnato l’Aula per 1.523 ore.

Meglio di Fini, ed eletto con lo stesso governo Berlusconi, ha operato Pier Ferdinando Casini, che ha fatto squillare la campanella di avvio dei lavori parlamenteri 351 volte, tenendo inchiodati i deputati ai loro scranni, ”pianisti” a parte, per 2.043 ore. Ma l’aureola dello stakanovismo va assegnata senz’altro a Luciano Violante, sostenuto dal governo Prodi: 389 sedute in due anni per un totale di 2.166 ore di lavoro. Questo abbrivio porto’ fortuna all’esponente dell’ex Pci che rappresento’ la terza carica dello Stato dalla primavera del ’96 a quella del 2001, mentre Prodi fu costretto a lasciare la mano a Massimo D’Alema.

E’ ovvio sottolineare che l’efficacia del lavoro dei Parlamenti non si misura solo con il numero delle sedute e le ore di lavoro. Tuttavia dai dati forniti alla stampa si desume un elemento che puo’ essere ritenuto significativo. Con il governo Berlusconi e la presidenza Fini e’ stato battuto il record per il varo di norme legislative con il 66,8% del totale delle sedute. La Camera guidata da Fausto Bertinotti ha dedicato solo il 60%, o poco più, all’approvazione di leggi e decreti. Meglio ha fatto Pier Ferdinado Casini (63,5%) che è rimasto comunque indietro rispetto a Gianfranco Fini. Per Luciano Violante non ci sono dati sufficienti. Qui è bene assumersi la responsabilità di un’altra ovvietà: la qualità delle leggi non è provata dal numero elevato di norme varate. Ma non è detto neanche il contrario.

Le statistiche di Montecitorio forniscono alcuni dati su quello che in termini burocratici si definisce il sindacato ispettivo, vale a dire il ”diritto” dei deputati di presentare interpellanze e interrogazioni al governo su varie materie, anche locali e particolari. Naturalmente questa opportunita’, quasi sempre esercitata dalle opposizioni, e’ incomprimibile; ma ministri e sottosegretari non sono affatto tenuti a dare sempre una risposta. Con la presidenza Fini il governo Berlusconi ha fornito i chiarimenti richiesti nel 42% dei casi. Con il suo predecessore, Fausto Bertinotti, la Camera ha scoperto una vocazione più dialettica visto che sono state date risposte al 45,5% dei quesiti.

A quota 43,8% e’ arrivato Pier Ferdinando Casini. Il ruolo di fanalino di coda delle ultime 4 legislature spetta, quanto a ”soddisfazione” del sindacato ispettivo, a Luciano Violante sostenuto da Romano Prodi, il cui governo ha risposto solo al 36% delle interrogazioni.