Boldrini a Berlino sarebbe out, Roberto Giardina su Italia Oggi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Dicembre 2013 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA
Boldrini a Berlino sarebbe out, Roberto Giardina su Italia Oggi

Boldrini a Berlino sarebbe out, Roberto Giardina su Italia Oggi

ROMA – “Boldrini a Berlino sarebbe out” scrive Roberto Giardina su Italia Oggi: “Per i politici tedeschi valgono altre regole rispetto ai normali cittadini. Non hanno diritto alla privacy, se il loro comportamento possa avere contraccolpi sul loro lavoro pubblico, e devono scontare quelli che per chiunque sarebbero considerati «peccati», magari moralmente condannabili ma non contemplati dal codice penale”.

L’articolo su Italia Oggi:

Il nostro ministro Cancellieri, per esempio, continua a ripetere di non aver commesso alcun illecito telefonando alla madre di un’amica che era finita in galera testimoniando la sua solidarietà.

La signora Ligresti non ha ricevuto un trattamento particolare grazie all’amicizia con il ministro. Sarà così, ma la telefonata per i tedeschi (e non solo per loro) sarebbe stata considerata un peccato mortale, come quello di Wulff. L’ex presidente avrebbe accettato in omaggio da un amico tre notti in albergo a Monaco, durante l’Oktoberfest. Conto: 750 euro per una doppia. Non molto, per un hotel esclusivo, ma sembra che il Bayrischer Hof gli abbia praticato uno sconto. A sua insaputa? Comunque Wulff sostiene di aver rimborsato in contanti l’amico, che aveva anticipato il pagamento con la sua carta di credito. Nessun reato, come ritiene il giudice, al massimo un’imprudenza che i tedeschi però non perdonano.

Come non avrebbero perdonato il viaggio in Sudafrica della signora Boldrini con compagno e collaboratori al seguito. Non è costato nulla allo stato? Ma la presidente della camera non aveva alcun titolo per partecipare al funerale di Mandela, visto che alle cerimonie erano stati invitati ufficialmente solo i capi di stato e di governo, e la Boldrini non è né l’uno né l’altro. E Debora Serracchiani non doveva chiedere un passaggio a Letta per partecipare a Roma a una trasmissione tv, non in quanto presidente della sua regione, il Friuli Venezia Giulia, ma come politica del Pd. Con le loro difese le due signore dimostrano di non aver capito qual è il loro ruolo.

Il 18 dicembre si è celebrato il centenario di Willy Brandt. Il Nobel per la pace, il Cancelliere che si inginocchiò a Varsavia, fu costretto alle dimissioni quando si scoprì che al suo fianco agiva una spia della Germania Est. Qual era la sua colpa? Non chiese le dimissioni del capo del controspionaggio di Bonn, ma si prese la sua responsabilità, e in quei giorni meditò il suicidio. Si disse che Günther Guillaume, l’agente della Ddr, avesse registrato le sue scappatelle. Non era un reato. E poi lo sapevamo tutti a Bonn, e nessuno ne scriveva. Willy accoglieva nel wagon-lit una bionda reporter? Affari loro, e la collega non ne approfittò mai per uno scoop. Anche per noi giornalisti dovrebbe valere un altro codice. Ma erano altri tempi.