Matteo Salvini: “Io il voto segreto lo eliminerei”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Novembre 2018 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini: "Io il voto segreto lo eliminerei"

Matteo Salvini: “Io il voto segreto lo eliminerei”

ROMA – “Io lo eliminerei il voto segreto: siccome gli italiani votano i parlamentari, sarebbe giusto che i parlamentari ci mettessero la faccia. Perché poi con il voto segreto, non si sa se hai votato tu, ha votato lei, chi lo sa? “, ha dichiarato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, intervenendo a Uno Mattina, su Rai 1. “Detto questo – ha aggiunto – abbiamo avanti cinque anni: mi ricordo bene gli impegni presi, non riesco a fare tutto subito perché nono sono Batman, ma spero me lo lascino fare”.

Salvini si riferisce evidentemente all’incidente, per la maggioranza, occorso ieri durante il voto, a scrutinio segreto, sul disegno di legge anti-corruzione alla Camera: l’emendamento approvato contro il parere del governo era sul peculato ed è stato presentato da Catello Vitiello del Misto-Maie. L’emendamento è passato con 284 voti a favore e 239 contrari.

Sullo stesso tema la maggioranza si era divisa in commissione: la Lega puntava alla riduzione della portata del reato di peculato, mentre il M5S aveva una posizione contraria. Il testo è un’aggiunta all’art. 323 del Codice penale e stabilisce che “la pena non può essere inferiore a due anni se il fatto del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio consiste nella appropriazione mediante distrazione di somme di denaro o di altra cosa mobile altrui delle quali ha il possesso o comunque l’autonoma disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, nell’ambito di un procedimento disciplinato da legge o regolamento che appartenga alla sua competenza”.

Il voto segreto nei due rami parlamentari è consentito in alcune situazioni (per intenderci se si vota la legge finanziaria è previsto lo scrutinio palese). L’uscita di Salvini riapre un dibattito mai esaurito su quello che nella prassi parlamentare è uno strumento per garantire la piena autonomia delle prerogative di deputati e senatori anche rispetto alla propria maggioranza. Ma è anche una carta in mano alle opposizioni per verificare l’effettiva solidità della maggioranza, per far uscire cioè allo scoperto le sue contraddizioni, plasticamente rappresentate dal numero di quelli che una volta venivano chiamati “franchi tiratori”.