Milano, la Polizia identifica le persone con un fiore per Navalny. Piantedosi sminuisce: “Capita a tutti”

di redazione politica
Pubblicato il 19 Febbraio 2024 - 12:07
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Un fiore per Navalny a Milano (Ansa)

“Oggi una dozzina di persone a Milano voleva onorare con fiori la memoria di Navalny, sotto la targa di Anna Politkovskaya. Si sono trovati lì degli agenti che li hanno identificati. Con una interrogazione parlamentare a Piantedosi chiederemo conto di che Paese siamo”. E’ il post con cui il senatore Pd Filippo Sensi ha segnalato forse un episodio di eccesso di zelo da parte delle forze dell’ordine. 

Oggi il ministro Piantedosi, interpellato, ha risposto. “In passato è capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale”. Il ministro dell’Interno minimizza. “L’identificazione delle persone é una operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio – ha concluso -, il personale mi è stato riferito che non avesse piena consapevolezza”.

Filippo Sensi è tornato sul sacrificio del dissidente e le responsabilità dell’autocrate. “Mi ricorda per certi versi il delitto Matteotti, ma spero in una reazione diversa del popolo russo e non solo”. Poi spiega: “Il delitto di Matteotti fu il momento in cui si vide chiaramente che il regime di Mussolini era un regime dittatoriale. Fu un punto di svolta”. Quanto all’episodio di Milano sottolinea: “Mi pare un segnale preoccupante se dieci persone portano fiori per Navalny e vengono identificati dalla polizia. Siamo in Italia, non in Russia”.

Polizia spiega il perché dell’identificazione: “Equivoco nato dall’alto numero di manifestanti” 

E in una nota, la Polizia di Milano spiega il perché dell’identificazione. Secondo la ricostruzione della Questura, la commemorazione sarebbe stata regolarmente “preavvisata” sabato pomeriggio, da una email del promotore, che avrebbe segnalato la presenza di pochissime persone. La nota quindi sarebbe stata, come da prassi, diffusa alle pattuglie, e così domenica, quando gli agenti, transitando in corso Como, hanno visto un numero maggiore di partecipanti, si sono fermati a controllare. Hanno chiesto del promotore, di cui avevano nome e cognome, ma a dire della Polizia non era presente. E allora è stata presa la decisione di identificare i circa venti partecipanti.