Scuola sabotaggio riapertura, Azzolina accusa i sindacati. Salvini fa da solo

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Agosto 2020 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Scuola sabotaggio riapertura settembre, Azzolina accusa i sindacati. Salvini fa da solo

Scuola sabotaggio riapertura, Azzolina accusa i sindacati. Salvini fa da solo (Foto d’archivio Ansa)

Scuola sabotaggio riapertura, esiste davvero chi rema contro la riapertura delle scuole o comunque fa da zavorra e peso morto?

Azzolina ministra ha esplicitamente parlato di sabotaggio da parte dei sindacati scuola. Salvini fa da solo, infatti proclama che, in caso di mascherina, sua figlia “a scuola non ce la mando”.

SINDACATI SULLA RIVA DEL FIUME

Azzolina ministro ha detto che non di rado i sindacati della scuola non volendo cambiare, toccare, fare nulla finiscono per sabotare di fatto la scuola. Di certo fin dall’inizio della pandemia (e per lunga tradizione culturale e prassi operativa) i sindacati scuola si sono messi sulla riva del fiume ad attendere passi il cadavere (del ministro, del governo, del coronavirus…). 

Di certo il modus operandi dei sindacati scuola è l’opposto pieno e preciso del non chiederti cosa possano fare per te, domandati cosa puoi fare tu per la scuola. Ed è conseguente che sia così, i sindacati della scuola della scuola lo sono solo in parte. Sono sindacati del personale della scuola, dei lavoratori della scuola. Altro orizzonte non  hanno. Da decenni, con danni sociali incalcolabili, tutti i governi hanno via via abdicato e consegnato la scuola tutta ad una sua parte, appunto i sindacati dei dipendenti.

Che quindi fin dall’inizio della pandemia hanno sostanzialmente chiesto più fondi, più assunzioni e più garanzie. Giuste ma disperatamente limitate e indirizzate solo all’indirizzo appunto dei dipendenti della scuola. Qualità della didattica, interessi degli alunni, funzione sociale che non sia quella di finire in cattedra sono per i sindacati della scuola optional accessori. Quando va bene.

OSSESSIONE DELLE REGOLE PRECISE

Dai sindacati della scuola e anche dai dirigenti scolastici ogni giorno il lamento-appello: dateci regole precise e ferree per la riapertura. Ma un corpo docente e cosciente dovrebbe essere consapevole che regole precise e ferree in templo di pandemia mutano con il mutare della situazione epidemica. Quattro mesi fa, due mesi fa, un mese fa…tutto è cambiato e cambia. E’ la situazione oggettiva della pandemia che fa le regole, non il governo. Regole precise per settembre saranno giustamente definite a settembre.

Ma il corpo docente vuole certezze preventive. Una sola ne merita in pieno: nessun responsabilità in caso di contagio se nelle scuole vengono applicate le misure di prevenzione e protezione (sicurezza non esiste). Il resto, il piagnisteo quotidiano su spazi, banchi, sedie è, se non un boicottaggio, appunto un far zavorra e non remare.

IL CARICO DA 11 DEI GENITORI

Corpo docente a sua volta boicottato da non pochi genitori. Arrivano intimazioni genitoriali, diffide a far indossare la mascherina e diffide a non farla indossare. Si esalta in questa circostanza l’idea della prole come privata proprietà familiare e l’idea susseguente per cui della prole a scuola si dispone secondo mandato familiare. Un carico pesantissimo sui docenti. Al quale però non ci si può sottrarre invocando non responsabilità e ponzio pilateggiando qua e là.

SALVINI , LA FIGLIA E LA MASCHERINA

Salvini, di buttare un bastone tra le ruote cigolanti della scuola da riaprire non ha perso l’occasione: “se c’è la mascherina mia figlia non ce la mando, la scuola non è un lager”. Dal che se ne deduce che secondo Salvini la mascherina configura lager, quindi…

Tossicodipendente da sceneggiate è la politica e quindi l’informazione italiana, anche sulla scuola. Ieri un medico ha detto una cosa ovvia, ovvia come dire che se hai 40 di febbre stai male da non uscire di casa. Ha detto che se a settembre dovesse peggiorare e di molto il contagio sarebbero a rischio elezioni e scuole. Subito è partita la sceneggiata: golpe, congiura, scandalo, orrore!

Una politica, anche di opposizione, non clownesca avrebbe reagito invitando la popolazione a scongiurare, evitare il rischio. Più protezione e prevenzione (mascherine e distanza) avrebbero dovuto dire Salvini e Meloni. Criticando magari il governo per il suo attendismo. 

Ma così non è, la politica tutta (e l’informazione che le fa da valletta) di fatto si occupano e preoccupano più delle elezioni regionali del 20 settembre che della scuola da riaprire il 14 settembre.

SCUOLA SABOTAGGIO RIAPERTURA COLLETTIVO

D’altra parte è un sabotaggio della scuola abbastanza collettivo quello cui il paese si è è più o meno consapevolmente dedicato. L’estate del liberi tutti ha già oggettivamente sabotato le condizioni di riapertura delle scuole. Lo scaricabarile tra poteri e corporazioni  accentua il boicottaggio con l’aggravante del far finta di essere solleciti. Infine la politica che per un governatore di Regione in più si venderebbe anche un intero anno scolastico.

SCUOLA SENZA AMICI E TIFOSI

Scuola quella vera non ha quindi né veri amici, tanto meno tifosi: boicottaggio riuscito, già da diversi anni prima del coronavirus.