Il rosario e il bosone/ La vita di suor Katharina Pajchel, domenicana e ricercatrice al Cern

Pubblicato il 29 Luglio 2009 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA

Il velo e il caschetto di sicurezza, il rosario e le particelle invisibili. La vita di Katharina Pajchel, 27 anni, polacca, si svolge su due sentieri paralleli.

Katharina infatti è sia suora domenicana che fisica ricercatrice al Cern.

A Oslo, la ragazza gestisce un ostello per la gioventù insieme a nove consorelle, a Ginevra partecipa al progetto “Altlas” e si occupa del più grande generatore di particelle del mondo.

Suor Katharina, con l’umiltà imposta dal ruolo, si definisce «una semplice dottoranda che gestisce i dati elaborati dal progetto». Per i blogger cattolici di tutto il mondo, però, la Pajchel è già diventata la “scienziata di Dio”, con tanto di caccia selvaggia ad interviste e dichiarazioni della sorella.

Non a caso, al Cern, cercano proprio il fantomatico “bosone di Higgs” ribattezzato la “particella di Dio”. Si tratta di una particella non ancora osservata che, se individuata, riuscirebbe a coniugare la fisica quantistica con la teoria della gravitazione universale.

Katherina, ne parla affascinata: «È come avere un bellissimo puzzle e vedere chiaramente il tassello che manca».

Per la suora, comunque, tra la vocazione religiosa e quella scientifica non esiste nessuna contraddizione. Al massimo, è dura coniugare gli impegni della ricerca,«al Cern si lavora sette giorni su sette e c’è anche una certa competizione», con quelli del convento.

Tra scienza e fede, quindi, nessun contrasto. Per la religiosa sono due sfere che debbono convergere: «La chiesa deve comprendere il ruolo di scienza e tecnologia nella vita delle persone, mentre la comunità scientifica deve ripensare il ruolo della religione».