La strategia del Vaticano, il Papa cerca il negoziato per stoppare la strage in Ucraina

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 11 Marzo 2024 - 18:56
Papa Francesco FOTO ANSA

Papa Francesco FOTO ANSA

Strategia Vaticana: Papa Francesco chiede per l’Ucraina “il coraggio di negoziare”. Critiche da tutte le parti: dopo 2 anni di guerra chiedere a chi è stato invaso di abbassare le armi è una posizione parziale. Il pontefice- dicono i pro-Ucraina – prende le parti dell’aggressore anziché dell’aggredito, e così ricompensa l’arroganza di Putin. Il Santo Padre in una intervista alla Tv Svizzera aveva esortato l’Ucraina ad alzare bandiera bianca, in pratica arrendersi di fronte all’invasore. E le polemiche sono divampate.

Cosa rappresenta la bandiera bianca

Le parole del Papa sono state molto criticate perché interpretate come un invito ad arrendersi. Ma storicamente “bandiera bianca” non indica solo la resa. Il riferimento di Papa Francesco è stato letto come una implicita legittimazione della invasione russa sui territori ucraini. Non è proprio così. Inoltre il ragionamento del pontefice rimarcava una posizione che aveva già espresso più volte in passato. L’ambiguità sulla interpretazione delle sue parole deriva probabilmente dal fatto che la “bandiera bianca” nella cultura popolare è conosciuta soprattutto come un simbolo di accettazione della sconfitta in guerra e quindi della resa. Una possibilità che l’Ucraina ha sempre rifiutato. Bandiera bianca è un termine che ha più significati che riguardano, più in generale, il fatto di “ venire in pace “ ed essere disarmati; e che non implicano necessariamente consegnarsi a un nemico. La bandiera bianca è usata a livello universale per far capire che ci si vuole arrendere o che si è estranei a un conflitto. Si usa per segnalare al nemico la richiesta di una tregua o trattative; e allo stesso tempo, generalmente, chi la mostra indica di essere disarmato o comunque di non essere nelle condizioni di difendersi o sostenere l’offensiva del nemico.

La reazione dell’Ucraina

A Papa Francesco prima ha risposto sui social il capo della chiesa greco-Cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk. Parlando nella chiesa di San Giorgio a New York dove si trova in visita pastorale, aveva detto pubblicamente:” L’Ucraina è ferita ma imbattuta. L’Ucraina è esausta, ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi. E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: “Venite in Ucraina e vedrete”. L’Ucraina si è detta sconvolta dalle parole del Papa dicendo: “Nessuno chiese di negoziare con Hitler”. Concetto ribadito dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. 

Il Papa vuole stoppare la strage

È l’interpretazione che vanno diffondendo vari docenti di diritto delle religioni. In testa Antonello De Oto ( Università di Bologna)che a QN ha detto: “Il Pontefice ha solo sottolineato che l’eventuale resa ucraina non sarebbe un disonore. Il Papa ha chiesto la pace, che non vuol dire invocare la resa. Sono 2 anni che Bergoglio lavora per i negoziati. La missione del cardinale Matteo Zuppi ne è una concreta testimonianza. È compito dei pontefici di pregare il messaggio di Cristo che è funzionale alla pace. La Santa Sede con la sua neutralità strutturale costituisce una ricchezza; è una possibilità sempre aperta per gli Stati di trovare una soluzione ai conflitti. L’Ucraina è al limite delle forze. Il Papa cerca solo il negoziato per stoppare la strage.”