Obama parla all’Onu: “Dobbiamo fare meglio nella lotta alla povertà”

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 23:03| Aggiornato il 23 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Barack Obama

”La comunità internazionale deve fare di più nella lotta contro la poverta”. Il presidente Barack Obama ha annunciato a New York al Vertice Onu sulla Povertà una nuova strategia di aiuti allo sviluppo basata su una più rigorosa selezione della assistenza e su un maggiore controllo dell’efficacia.

Obama ha respinto l’osservazione che la crisi economica interna debba indurre gli Stati Uniti ad essere meno generosi verso gli altri paesi. ”Gli aiuti allo sviluppo sono non solo un imperativo morale ma un imperativo strategico ed economico” perché aiutano la sicurezza e la economia degli Stati Uniti, ha detto Obama.

”Quando milioni di padri non possono fornire aiuto alle loro famiglie viene alimentata una disperazione che può generare instabilità ed estremismo violento – ha affermato Obama – Quando una epidemia non viene contenuta può mettere a repentaglio la salute di milioni di persone nel mondo”.

”Nella nostra economia globale i progressi anche nei Paesi più poveri possono incrementare la prosperità e la sicurezza di gente lontana dai loro confini, compreso il popolo americano”, ha affermato Obama nel suo intervento all’Onu.

Il presidente americano ha annunciato una nuova strategia basata su quattro punti. Il primo è una nuova definizione dello sviluppo. ”Per troppo tempo abbiamo misurato i nostri sforzi con i dollari spesi e il cibo ed i medicinali donati – ha detto Obama – Ma l’aiuto da solo non è sviluppo. Lo sviluppo è aiutare altre nazioni a svilupparsi, cioè a passare dalla povertà alla prosperita”.

Il secondo punto è la meta dello sviluppo. ”Lo scopo dello sviluppo deve essere quello di creare le condizioni dove l’assistenza non è più necessaria – ha detto Obama – dobbiamo cercare uno sviluppo che sia sostenibile”. Per esempio ”invece di limitarsi a donare medicinali a paesi come il Mali o il Nepal – ha detto Obama – stiamo aiutando questi paesi a creare un miglior sistema sanitario”.

Il terzo punto è lo stimolo della crescita economica. ”Sappiamo che i Paesi hanno più probabilità di prosperare quando incoraggiano i loro imprenditori, investono nelle loro infrastrutture, espandono il commercio e si aprono agli investimenti, combattono la corruzione – ha spiegato Obama – Gli Stati Uniti concentreranno i loro sforzi su paesi come la Tanzania che promuovono il buon governo, il rispetto della legge, la trasparenza delle istituzioni, il rispetto dei diritti umani. Perché democrazia e crescita economica vanno sempre di pari passo”.

Il punto finale è quello della reciproca responsabilità. Gli aiuti devono essere trasparenti come come il modo in cui sono usati. ”Nessun paese può fare ogni cosa ovunque e fare bene – ha concluso Obama – Per raggiungere questi traguardi dobbiamo essere più selettivi e concentrare i nostri sforzi dove troviamo i partner migliori e le maggiori possibilità di avere un impatto”. Gli aiuti dovranno quindi essere più calibrati.