Siria, due milioni di profughi. Iran: “Avvisammo Usa delle armi chimiche”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 09:57 OLTRE 6 MESI FA
Siria, due milioni di profughi. Iran: "Avvisammo Usa delle armi chimiche"

Profughi siriani in un capo dell’Unhcr (Foto Lapresse)

DAMASCO – La crisi siriana fa crescere il numero di profughi: nel Paese di Bashar al Assad sono ormai due milioni. Lo ha annunciato con un comunicato l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, che ricorda che un anno fa il loro numero era di 230.671 persone. In un anno il numero dei rifugiati siriani nei paesi confinanti con la Siria è aumentato di 1,8 milioni.

Intanto la situazione procede a livello internazionale. I campioni raccolti dagli ispettori Onu sono stati spediti dalla squadra delle Nazioni Unite all’Aja per essere analizzati nei laboratori europei competenti. Mercoledì Ban Ki-moon informerà i dieci membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza, restando in contatto con i 5 permanenti. Previsto poi un incontro dell’alto rappresentante per il Disarmo Angela Kane con gli stati che avevano chiesto un’inchiesta sulle accuse a Damasco d’aver usato armi chimiche il 21 agosto.

Proprio sul fronte delle armi chimiche l’Iran ha sostenuto di aver passato otto mesi fa informazioni agli Stati Uniti sull’introduzione in Siria di gas nervini attraverso un traffico che ha preparato gli attacchi chimici attribuiti da Teheran ai ribelli siriani. La rivelazione è stata fatta dal ministro della Difesa, il generale di brigata Hossein Dehqan, che ha detto che ”la minaccia di un attacco militare col pretesto dell’uso di armi chimiche in Siria arriva dopo che gli Usa hanno ignorato gli avvertimenti dell’Iran circa gas Sarin che veniva portato in Siria otto mesi fa, praticamente spianando la strada per attacchi chimici in Siria”. Senza fornire altri dettagli il ministro iraniano ha sostenuto quanto sia chiaro che ”gli Usa vogliono lanciare limitati attacchi per risollevare l’abbattuto morale dei terroristi in Siria” e, fra l’altro, ”indebolire le capacità operative delle Forze armate siriane”.

Washington, nel frattempo, ha ”sfrattato” una trentina di ufficiali britannici di collegamento presso il Centcom dalle riunioni sulla Siria. E’ la prima diretta conseguenza del no all’azione militare della Camera dei Comuni che ha indotto il premier David Cameron a non unirsi alla rappresaglia contro Damasco per l’asserito uso di armi chimiche. La ragione, secondo il quotidiano britannico Times, starebbe nell’impossibilità di poter condividere informazioni d’intelligence di alto livello su un conflitto in cui il Regno Unito non è più coinvolto. Il compito del Centcom, in cui sono presenti anche ufficiali francesi, è di individuare la lista dei bersagli e orchestrare gli asset militari nell’ambito di una pianificazione in corso da settimane. Dopo il ”no” dei Comuni che ha suggerito a Cameron di tirarsi indietro, agli ufficiali sarebbe stato detto che non potevano più entrare nella ”war room” del Centcom.