Ucraina, a Bucha cadaveri di civili giustiziati in strada e in fosse comuni: i video, le foto e le testimonianze dei giornalisti

La Bbc ha pubblicato immagini satellitari di Bucha che mostrano una trincea di 15 metri nel sito in cui è stata identificata una fossa comune con decine di cadaveri di civili

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Aprile 2022 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA
Ucraina, a Bucha cadaveri di civili per strada e in fosse comuni. Kiev: "Genocidio". Russia: "E' stato Zelensky"

Ucraina, a Bucha cadaveri di civili per strada e in fosse comuni. Kiev: “Genocidio”. Russia: “E’ stato Zelensky” (Foto Ansa)

Decine di cadaveri di civili nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale ucraina dopo il ritiro russo scioccano il mondo occidentale: sono le immagini che arrivano da Bucha al 40esimo giorno della guerra e mentre si intensifica l’offensiva russa nel sud del Paese.

La Bbc ha pubblicato immagini satellitari di Bucha che mostrano una trincea di 15 metri nel sito in cui è stata identificata una fossa comune.

Ucraina: le testimonianza da Bucha

Le immagini, catturate il 31 marzo e pubblicate da Maxar Technologies, mostrano quella che sembra essere una trincea all’interno dei terreni della Chiesa di Sant’Andrea e di Pyervozvannoho All Saints.

Diverse anche le testimonianze dei giornalisti sul posto, tra cui quelle di Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera e i reporter dell’Associated Press. 

Per Kiev è genocidio, mentre Mosca nega, affermando che si tratta di una provocazione degli ucraini per bloccare i negoziati.

La Russia accusa l’Ucraina: “Bucha crimine commesso dal regime di Kiev”

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dall’agenzia Tass ha affermato che l’obiettivo del “crimine commesso dal regime di Kiev” nella città di Bucha è quello di “interrompere i colloqui di pace e intensificare la violenza”.

Zakharova ha osservato che la Russia aveva richiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’incidente, che ha definito “una provocazione messa in scena dall’esercito ucraino e dai nazionalisti radicali”.

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato domenica che le forze armate di Mosca avevano lasciato Bucha, situata nella regione di Kiev, il 30 marzo, mentre “le prove dei crimini” sono emerse solo quattro giorni dopo, dopo che gli ufficiali dei servizi di sicurezza ucraini erano arrivati nella città.

Il ministero ha sottolineato che il 31 marzo il sindaco della città Anatoly Fedoruk aveva confermato in un discorso video che non c’erano truppe russe a Bucha. Tuttavia, non ha detto una parola sui civili uccisi per strada con le mani legate dietro la schiena. 

Ucraina, civili uccisi a Bucha: l’orrore dell’Occidente

Le notizie di esecuzioni sommarie lasciano inorriditi gli occidentali, che rilanciano l’ipotesi di nuove e più incisive sanzioni anche energetiche contro la Russia di Putin, mentre aumenta il pressing per un’inchiesta indipendente.

Stando alla ministra della difesa tedesca Christine Lambrecht, l’Ue dovrebbe discutere lo stop all’importazione di gas russo.

Una mossa già avviata dalla Lituania, primo Paese Ue che ne ha bloccato l’import. Nelle prossime ore a Lussemburgo i ministri delle Finanze discuteranno l’impatto economico della crisi.

Zelensky: “Genocidio. Indagare sui crimini di guerra della Russia”

A sorpresa in nottata il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è intervenuto ai Grammy chiedendo un “aiuto, ma non col silenzio”.

Poco prima in un discorso alla nazione ha annunciato la creazione di un “meccanismo speciale” per indagare sui crimini di guerra compiuti dalla Russia.

“Voglio che ogni madre di ogni soldato russo veda i corpi delle persone uccise a Bucha, a Irpin, a Hostomel”, ha sottolineato, definendo le forze di Mosca “assassini”, “torturatori” e “stupratori”. Intanto sul terreno la tensione resta altissima.

Ucraina, nuove mobilitazioni della Russia

Secondo l’esercito ucraino, la Russia sta mobilitando altri 60.000 soldati per ricostituire le unità perse nella guerra. Un conflitto che ha causato dal suo inizio la morte di 1.417 persone, tra cui 59 bambini e 2.038 feriti, secondo l’ultimo conteggio dell’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr).

A Kharkiv solo ieri sono morte almeno sette persone e 34 rimaste ferite nei bombardamenti russi. E ancora non si arrende la città martire di Mariupol nel sud.

Secondo il capo del Centro di controllo della difesa nazionale russo Mikhail Mizintsev, oltre 123.600 residenti locali sono riusciti a essere evacuati senza il coinvolgimento di Kiev durante una “operazione militare speciale”.

Da Londra, nel suo ultimo rapporto di intelligence, il ministero della Difesa britannico ha suggerito che la cattura di Mariupol è un obiettivo chiave dell’invasione russa.

Nell’ucraina nord-orientale, e più precisamente a Sumy, il governatore Dmytro Zhyvytsky, ha annunciato invece che le forze russe hanno lasciato l’area, mentre la tensione si è acuita nella notte a Ternopil dove il sindaco della città ha riferito di esplosioni e di lanci di razzi.

Lavrov incontra la Lega Araba, la Nato minaccia un intervento

In fermento il fronte diplomatico. Il responsabile della diplomazia russa, Serghej Lavrov, incontrerà una delegazione della Lega Araba.

Nelle scorse ore il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha messo in guardia Mosca avvertendola che “un attacco ad un alleato scatenerebbe una risposta della Nato”.

Papa Francesco disponibile ad andare a Kiev

Nel volo di ritorno da Malta a Roma, papa Francesco ha confermato la disponibilità ad andare a Kiev se questo potrà servire a fermare la guerra.

Il pontefice ha poi riferito che “da tempo” sta pensando “ad un incontro con il patriarca Kirill e stiamo lavorando, si pensa in Medio Oriente”, come sede dell’incontro.

Ungheria: confermato Orban premier

L’Ungheria nel frattempo ha confermato per il quarto mandato consecutivo il premier Viktor Orban, che ha incluso Zelensky tra i suoi avversari.

A Belgrado il presidente Aleksandar Vucic, che ha conquistato un secondo mandato vincendo al primo turno le presidenziali, ha detto che la Serbia intende mantenere buoni rapporti in molti settori con la Federazione russa, ma che proseguirà nella sua politica di neutralità militare.