Attentati Parigi, kamikaze usarono cellulare croato e…

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Marzo 2016 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA
Attentati Parigi, kamikaze usarono cellulare croato e...

Attentati Parigi, la cattura di Salah Abdeslam

PARIGI – La pista croata si fa sempre più determinante nelle indagini sugli attentati di Parigi del 13 novembre. Dalla Croazia sarebbero passati i due kamikaze che si fecero esplodere dinanzi all’Estade du France: giunsero in Europa attraverso la rotta balcanica, mescolandosi in mezzo alla marea di migranti che approda in Grecia puntando al Nord Europa. Questo era noto. E croato era un cellulare utilizzato dal commando nei giorni precedenti gli attacchi per coordinarsi.

Sul quotidiano Il Piccolo Mauro Manzin ricostruisce l’intricata trama a partire da quanto riportato sul quotidiano croato Ve›ernji list che è venuto in possesso di una serie di documenti illuminanti. Quella tragica sera, con Abdelhamid Abaaoud, in una Seat Leon, c’erano

anche Chakib Akrpugh e Brahim Abdeslam, il fratello maggiore di Salah. Bahrim, come precisa il quotidiano croato Ve›ernji, aveva preso in affitto pochi giorni prima l’appartamento in via Terral a Bobigny, appartamento che è diventata la base del gruppo di fuoco islamico dove, dall’11 al 13 novembre ha pianificato nei dettagli l’azione, periodo in cui gli estremisti utilizzano un cellulare croato. Ma i collegamenti con i balcani e la Croazia in particolare non si fermano qui. Come appare dai verbali degli interrogatori e delle indagini svolte dalla polizia francese, Abdelhamid Abaaoud, ha raccontato alla cugina Hasna ait Boulachen, una francese che ha aderito all’islam radicale, di essere arrivato in Europa dalla Siria attraverso la rotta dei Balcani infiltrandosi tra i rifugiati assieme ad altri 80 miliziani combattenti. Hasna, uccisa il 18 novembre, teneva i contatti con il cellulare croato. Chiamando la Croazia oppure utilizzando solamente il numero croato.

Gli investigatori francesi, riguardo ai cellulari usati (erano in tutto due) hanno chiesto informazioni a Google, Samsung, Apple e alle compagnie telefoniche Bouyages Telecom e Sfr. Le uniche informazioni utili però sono giunte da Samsung che dal router è riuscita a “capire” che si trattava di due cellulari modello BSM-G355H/DS con due schede sim, ma questi apparecchi non si possono acquistare in Francia.

Controllando l’IMEI, il numero di 15 cifre che il produttore assegna a ciascun apparecchio e attraverso il quale si è in grado di monitorare e localizzare il singolo cellulare, è stata “ricostruita” l’origine dell’apparecchio. Entrambi i due cellulari sono stati prodotti dalla Samsung dello stabilimento cinese di Tianjin il 6 settembre del 2015. Quello color nero è stato inviato l’8 settembre del 2015 a un cliente in Albania, quello bianco, invece, è stato spedito l’11 settembre dalla fabbrica in Croazia.

Secondo le informazioni assunte dal Ve›ernji il cellulare croato non è mai stato bloccato, cosa che accade normalmente se il proprietario si accorge del furto, il che fa pensare che i terroristi ne siano giunti in possesso in modo legale. E siccome il trasporto dalla Cina alla Croazia dura in media due o tre settimane, il cellulare è arrivato in Croazia alla fine di settembre o i primi di ottobre del 2015. Dunque la cronologia è assolutamente attendibile.

Il cellulare “croato” sarebbe stato usato dal gruppo di fuoco dell’ Estade du France, in particolare dai due miliziani kamikaze iracheni. Questi sono sbarcati il 3 ottobre sull’isola greca di Leros a bordo di una nave assieme ad altri duecento migranti. Con se avevano documenti falsi in base ai quali i due risultavano essere Ahmad al Mohammed e Mal Mahmod e sono stati registrati come migranti. Dalla Grecia i due passano in Macedonia, poi Serbia e Croazia dove arrivano al campo di accoglimento temporaneo di Opatovac l’8 ottobre e dove vengono regolarmente registrati. Da qui proseguono per l’Ungheria e da qui si perdono le tracce del loro tragitto verso Parigi.