Berlusconi, Monti, Pd e Spread: rassegna stampa e prime pagine

Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 08:40 OLTRE 6 MESI FA

Segnali di fiducia dai mercati. Il Corriere della Sera: “Spread italiano a 283, sotto la soglia auspicata dal premier”. Anime inquiete di un partito. Editoriale di Luciano Fontana:

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“C’era una volta il partito di plastica. Un partito che aveva un leader e parole d’ordine capaci di mobilitare parti importanti della società. Prometteva la liberazione dall’oppressione di uno Stato costoso e invadente e da un Fisco nemico delle imprese e del lavoro produttivo. Interpretava i bisogni e le aspirazioni di un’Italia moderata, preoccupata dalla possibile vittoria della sinistra postcomunista.
Vent’anni dopo, la plastica, anche se invecchiata, resiste ma del partito si sono perse le tracce. È svanito in un vortice di obbedienza senza idee, estremismi verbali, vendette personali, promesse mai mantenute. Eppure di una destra moderna la democrazia italiana avrebbe sicuramente ancora bisogno. È difficile immaginare una competizione elettorale tutta giocata sul lato sinistro del campo: il Pd di Bersani con l’ausilio del sognante Vendola, i giustizialisti uniti sotto le insegne di Ingroia e Di Pietro, il Movimento 5 Stelle di Grillo”.

La distanza (ridotta) con Berlino ma tagliare il Debito tocca a noi. L’approfondimento di Federico Fubini:

“Siamo arrivati, o ci manca poco: significa che da qui in poi l’Italia dovrà avanzare, ancora di più, con le sue sole gambe.
Quasi esattamente sei mesi fa, in un’intervista al Corriere della Sera, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco introdusse un concetto che a molti nordeuropei apparve lunare. Disse che dello spread fra Bund e Btp, i titoli di Stato tedeschi e italiani, solo «per due quinti è “colpa” nostra». Il resto, aggiunse Visco, «è un premio al rischio che lo Stato paga per il timore che la moneta unica a un certo punto non ci sia più». Quando il Governatore pronunciò queste parole lo spread fra Bund e Btp decennali era a 470 punti base, il rendimento al 6% e su Google.com le ricerche delle parole «euro break up», frantumazione dell’euro, erano al secondo picco di frequenza di tutti i tempi (il record erano stati gli ultimi giorni di governo Berlusconi). Ieri invece le ricerche di «euro break up» sul web tendevano a zero, lo spread sui dieci anni era a 283 e il rendimento a 4,25%. Gli investitori hanno smesso di credere che l’euro andrà in pezzi”.

La presa di distanza di Cl: nessuna identità con i partiti. Articolo di Maurizio Giannattasio:

“Nessuno issi la bandiera di Comunione e liberazione in vista delle prossime elezioni. Chi lo fa, lo fa a titolo di responsabilità personale e non a nome del movimento. E soprattutto nessuno si aspetti endorsement. Cl affida a un lungo e articolato documento la sua presa di distanza dagli schieramenti politici che mai come in questa occasione vedono rappresentanti provenienti dal movimento ecclesiale sparsi in gran parte dell’arco costituzionale. Mario Mauro schierato con Mario Monti. Maurizio Lupi che rimane dentro il Pdl accanto a Silvio Berlusconi. Roberto Formigoni vicino a Gabriele Albertini e quindi allo stesso Monti, ma che continua a lavorare al fianco del Cavaliere”.

Le Borse brindano all’accordo Usa. La Repubblica: “Spread sotto la soglia Monti. Obama: mantengo le promesse, tasso i ricchi “. Monti: “Berlusconi incoerente e Bersani sta con i conservatori”.

Berlusconi ora apre alla Lega “Potrei non essere io il premier”. Scrive Alberto Custodero:

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“«È meglio votare Bersani che Monti». Ma il segretario del Pd resta il nemico da battere, «perché erede dell’ideologia comunista ». Berlusconi, che dice di essere stato costretto a candidarsi («Sono qui contronatura e con grande sacrificio personale »), prosegue la sua offensiva attaccando il candidato premier per il centrosinistra. Quindi, annuncia la sua strategia elettorale: apre alla Lega. Ed è pronto a cedere il posto a un altro premier scelto dal Quirinale nel caso di vittoria del centrodestra. «L’alleanza con il Carroccio — dichiara — è in fase di assestamento dei particolari. Sono convinto che saremo alleati come lo siamo stati tanti anni». A proposito di Palazzo Chigi, il Cavaliere si propone come «leader del Pdl», ma, ha aggiunto, «non è detto che io debba essere per forza il presidente del Consiglio». «La legge attuale — spiega — dice che i partiti in coalizione indicano il leader,poi il presidente viene scelto dal capo dello Stato»”.

Obama fa volare le Borse. La Stampa: “Euforia dopo l’intesa in extremis sul «fiscal cliff». Il fabbisogno in Italia migliora di 15 miliardi, boom a dicembre con l’Imu”.

L’economia può ripartire dal fisco. Editoriale di Mario Deaglio:

“La decisione del Congresso degli Stati Uniti di aumentare l’imposizione fiscale sui redditi elevati è molto più di una semplice, anche se importante, manovra di finanza pubblica dettata dalla necessità di scongiurare un collasso assurdo e perfettamente evitabile dell’economia americana. Al di là della sua portata pratica, rappresenta un momento di svolta, la fine di uno dei principi-guida del capitalismo moderno”.

L’America fa i conti con lo schiavismo per ritrovare lo slancio. L’inchiesta di Gianni Riotta:

“Accordo precario, quello sul «fiscal cliff» – gli Stati Uniti tra stato sociale e difesa spendono troppo e in pochi mesi, o riducono il budget o si vedono il rating bocciato dalle agenzie arcigne- ma almeno non si è caduti nel l’abisso fiscale. Diceva il filosofo Nietzsche che quando fissiamo a lungo l’abisso, l’abisso a sua volta fissa noi. Nella vicenda del «fiscal cliff» l’America s’è riconosciuta nel crepaccio come in uno specchio. Ed è perciò assai curioso e interessante, che nei giorni di festa natalizi, con la grande nazione sull’orlo del disastro fiscale, cinema e cultura siano tornati ad interrogarsi sull’abisso morale più tragico mai contemplato nei quasi due secoli e mezzo di storia del paese: la schiavitù”.

Il Fatto Quotidiano: “Casson: buttiamo fuori gli impresentabili dal Pd”. Nuove promesse. Editoriale di Marco Travaglio:

“Questa è la storia del compagno Umberto Del Basso De Caro, nato a Benevento il 29 settembre 1953 (lo stesso giorno ma non lo stesso anno di Berlusconi e Bersani), uomo dalle molte vite. Una prova vivente della teoria della reincarnazione, anche per via dei numerosi cognomi. Avvocato prestato alla politica (ma, come si sa, l’una cosa non esclude l’altra), è stato consigliere comunale della sua città ininterrottamente dal 1975 al 2006. E ha collezionato un bel gruzzolo di poltrone: dal 1983 al ’ 94 segretario provinciale e membro dell’Assemblea nazionale, della Direzione nazionale e dell’Esecutivo nazionale del Psi di Craxi. Nel 1987 è promosso vicepresidente dell’Usl 5, perchè è molto esperto anche in materia sanitaria, come no. Nel 1992 è eletto deputato e vicepresiede la giunta per le autorizzazioni e procedere. Lì, vigile e occhiuto come il palo della banda dell’Ortica, vota contro qualunque richiesta delle Procure di processare decine di deputati per tangenti e mafie assortite”.

Il Giornale: “Casini affonda Monti”. Editoriale di Vittorio Feltri:

Mario Monti, salito ufficialmente in politica, non ha eccitato gli eletto­ri. I sondaggi più aggiornati lo danno al 12 per cento. Occhio, però: il dato comprende i con­sensi accreditati all’Udc, al Fli e ai montezemoliani.L’appor­to dell’ex premier alla mode­sta performance dei centristi è dunque valutabile intorno al 5 per cento. Una miseria. Alcu­ni osservatori dicono (spera­no, anzi si illudono) che, con l’avvicinarsi della data delle consultazioni, il Professore ­essendosi nel frattempo abi­tuato al ruolo di comiziante ­potrebbe sfondare. O affonda­re? Più probabile la seconda ipotesi. Perché non sembra in grado di imparare in fretta a comportarsi nei dibattiti tele­visivi, e per altri motivi”.