Imu e Tares: su due tasse il gioco delle tre carte

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2013 - 18:07 OLTRE 6 MESI FA
Imu e Tares: su due tasse il gioco delle tre carte

Il Presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni (LaPresse)

ROMA –  Su Imu e Tares i timori del ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello sembrano più che giustificati: “Non è possibile fare il gioco delle tre carte”, ha avvertito Quagliariello. E invece è proprio quello che il governo di cui fa parte sta facendo.

Fra rinvii e piroette, nessuno riesce a capire cosa succederà con Imu e Tares, come spiega Marco Palombi sul Fatto Quotidiano:

“«Aria fritta». Così al Tesoro giudicano i vari scenari di riforma dell’Imu che giornalmente vengono pubblicati dai giornali: sgravi di qua, stangata sui villini di là, abolizione completa alla Brunetta o rimodulazione alla Fassina.

[…] Imu e Tares, spiegano fonti governative, si pagano entrambe in proporzione sulla casa (o il capannone) e quindi possono essere accorpate e rimodulate con l’effetto – non sgradevole – di ridurre gli adempimenti per il contribuente: “A quel punto – è la conclusione – ci saranno una decina di italiani in tutto capaci di fare i conti su quali categorie pagano di più o di meno rispetto a prima e tra quelli, per dire, non c’è Brunetta”. La scappatoia di Letta e Saccomanni per evitare la crisi, insomma, per quanto razionale e con benefici effetti di sburocratizzazione, è una specie di gioco delle tre carte, un tentativo di buttare la palla in tribuna.

NON TUTTO, però, potrà rimanere nascosto dalle complicazioni tecniche. […] Per capirci, da Imu e Tares quest’anno dovrebbero entrare senza modifiche circa 30 miliardi di euro: 22 più o meno dalla tassa sugli immobili, 8 dalla tariffa su rifiuti e servizi (quasi due miliardi in più, peraltro, rispetto agli esborsi del 2012 garantiti dalle vecchie tasse sui rifiuti). […]

PER ORGANIZZARE il gioco di prestigio, però, serve tempo e infatti ieri il governo ha cominciato improvvisamente a rinviare la scadenza della riforma: non più agosto, come prevede ad esempio il decreto che sospende la prima rata dell’Imu, ma l’autunno. «Non è né un capriccio né un modo per rinviare – s’è difeso il ministro del Lavoro Enrico Giovannini – Le decisioni pluriennali vengono prese dal Parlamento con la legge di Stabilità. Questi sono i tempi in tutta la Ue, come definiti dal semestre europeo, e questi sono i tempi in cui il governo deciderà su Imu, aumento dell’Iva ed eventuale taglio del cuneo fiscale»”.