Semaforo giallo, il rebus dei tempi. Regole vecchie che nessuno conosce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Aprile 2015 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA
Semaforo giallo, il rebus dei tempi. Regole vecchie che nessuno conosce

Semaforo giallo

GENOVA – Nei semafori pedonali di Genova il giallo viene allungato, per evitare che ci si ritrovi in mezzo alla strada quando le auto schizzano con il verde. “Serve a tutelare soprattutto gli utenti più deboli, anziani o mamme con passeggini” spiega Anna Maria Dagnino, assessore cittadina alla Mobilità. E ammette: “È un adeguamento graduale, per finire ci mancano ancora due semafori”.

La regola, come riporta Riccardo Bruno sul Corriere della Sera, che impone di calcolare mediamente un secondo per ogni metro da percorrere, per la verità non è nuovissima.

È stata prevista nel 1992 — ben 23 anni fa — dal regolamento del Codice della strada che chiedeva di armonizzare al più presto tutti gli impianti. Evidentemente non è andata così. Genova non è stata la più lesta ma purtroppo non è neanche l’ultima. Leggi applicate a rilento, ma soprattutto sconosciute.

«Si fa troppo poco per informare i cittadini — osserva Marco Pollastri del Centro Antartide, promotore della campagna “Siamo tutti pedoni” —. Non può bastare l’introduzione della norma se poi non si attivano le leve culturali. Pensate a un anziano che ha preso la patente cinquant’anni fa e a cui nessuno ha fatto un aggiornamento. Molti non sanno cosa fare in una rotatoria o, appunto, di fronte a un semaforo pedonale».

Di fatto, se il giallo si allunga, continua Riccardo Bruno, è il verde che si accorcia:

spesso dura pochi secondi, giusto il tempo per segnalare che la strada è libera e si può passare. Insomma, si attraversa con il giallo e non più con il verde. Una rivoluzione, ma chi non lo sa (la maggioranza) entra nel panico, si ritrova in mezzo alla carreggiata e non sa se andare avanti o tornare indietro.

«È una regola che non mi piace e che non garantisce la sicurezza del pedone». L’ingenere Enrico Pagliari, coordinatore dell’area tecnica dell’Aci e membro dell’Aiit (l’Associazione per l’ingegneria del traffico e dei trasporti) non ha dubbi: «Intanto induce confusione, io stesso la prima volta me la sono fatta spiegare. E poi, il calcolo di un metro al secondo va bene per una persona normodotata che nemmeno si distrae, non per chi ha un passeggino o i pacchi della spesa».

Proprio Aci e Aiit hanno proposto formule diverse: semafori con solo due colori, il verde e il rosso scanditi da un conto alla rovescia in secondi; e una stima della «velocità» del pedone più bassa del 25% per cento, 0,75 metri al secondo. «Nessuna invenzione. È quello che si fa in altre nazioni, come negli Stati Uniti o in Nuova Zelanda».