Oms: “Ridurre i cesarei. Il parto naturale senza dolore ora si può”

Pubblicato il 3 Ottobre 2011 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Ridurre al 20 per cento la percentuale dei cesarei. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) quella percentuale non dovrebbe superare il 15 per cento. In America però nel 2010 ha raggiunto il 34 e in Italia sfiora il 40 (con la Campania che supera il 60 per cento). Il paese che ha il numero maggiore è il Brasile, il secondo al mondo è il Portogallo e subito dietro arriva l’Italia.

E mentre ci si chiede se il cesareo sia il metodo più sicuro, e se i vantaggi siano superiori agli handicap, la percentuale rappresenta comunque un’emergenza e una campagna nazionale si ripropone di ridurre a livelli accettabili.

Se i cesarei sono in aumento a partire dagli anni ’80, quando si assestavano al 12 per cento, gli ultimi anni registrano picchi all’insù anche a causa di nuovi fattori. Dice Mario Merialdi, direttore del dipartimento salute riproduttiva dell’Oms: “Oggi l’età della gravidanza si è spostata in avanti e spesso c’è il ricorso a terapie ormonali. A 40 anni ci sono più preoccupazioni da parte della donna e un maggior timore dei rischi da parte dei medici”.

Il primo passo per ridurre i cesarei è la diffusione dell’epidurale che però richiede la presenza di anestesisti a turno continuo e quindi non è praticabile in tutti gli ospedali (a Milano il 25 per cento delle donne ricorre all’anestesia epidurale, ma in Italia solo il 19 per cento delle maternità ne dispone).

In Italia i punti nascita sono 551 e in 289 si praticano meno di 800 parti l’anno, impossibile che siano tutti attrezzati. Al Buzzi si sperimenta anche l’uso del protossido di azoto, il cosiddetto “gas esilarante” e a Firenze è in corso una sperimentazione con il remifentanil, un farmaco oppioide.