Farmaci fascia C venduti in parafarmacie? Camera dice “no”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Ottobre 2015 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA
Farmaci fascia C venduti in parafarmacie? Camera dice "no"

Farmaci fascia C venduti in parafarmacie? Camera dice “no”

ROMA – I farmaci di fascia C non saranno vendibili nelle parafarmacie. Questo il no arrivato dalla Camera dei deputati nel giorno del voto sull’emendamento presentato da Scelta Civica per la liberalizzazione di questi farmaci. Lo scontro tra Federfarma-farmacisti e coloro che vogliono la liberalizzazione si riapre mentre Adriana Galgano, relatrice dell’emendamento bocciato, punta il dito: “C’è stato il veto di una forza di governo”.

scrive che contro il provvedimento erano intervenute sia Federfarma che le associazioni dei farmacisti e Beatrice Lorenzin, il ministro della Sanità:

“Lo scontro si è incentrato sulla effettiva convenienza della liberalizzazione, ma anche la ‘qualifica’ dei titolari delle parafarmacie. “I soggetti che, come i liberi farmacisti e i portatori di interessi della Grande distribuzione organizzata (Gdo) continuano a insistere per portare la ricetta medica fuori farmacia, sbandierano argomentazioni strumentali prive di fondamento – aveva dichiarato Federfarma – sia quando affermano che tale misura porterebbe grandi risparmi per i cittadini che quando ipotizzano un aumento dei posti di lavoro”. Federfarma affermava che nel caso della precedente liberalizzazione dei farmaci senza obbligo di ricetta, decretata nel 2006, non ci fu alcun risparmio rispetto a quello di 400 milioni previsto dai fautori del provvedimento.

Durissimo il commento del gruppo Conad, tra i leader della grande distribuzione, al voto della Camera: “Il no alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C è una decisione presa contro i cittadini – si legge in una nota della catena – . Se la liberalizzazione del mercato farmaceutico avesse interessato anche la vendita di farmaci di fascia C i cittadini avrebbero risparmiato dai 500 agli 800 milioni l’anno, in un comparto che su base Italia pesa il 30 per cento in più rispetto ai farmaci di automedicazione già liberalizzati. Invece, ancora una volta, si è preferito tutelare le lobby che, forti di posizioni acquisite quanto irrinunciabili, hanno interessi che non sono certi quelli dello sviluppo e della crescita del Paese”.

Alla Camera è passato invece un altro emendamento allo stesso ddl, in base al quale le farmacie dei piccoli comuni (con meno di 6.600 abitanti) che risultano ormai in sovrannumero rispetto alla popolazione potranno chiedere il trasferimento in un altro comune della stessa regione. Per perfezionare il trasferimento della farmacia bisognerà pagare una tassa governativa una tantum pari a 5000 euro. L’Aula ha approvato l’intero articolo 32 sulla maggior concorrenza nella distribuzione dei farmaci.