Trovate microplastiche nel sangue, a rischio la salute del cuore

redazione salute
Pubblicato il 23 Maggio 2024 - 14:28
microplastiche

microplastiche, foto ANSA

Le microplastiche, particelle di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, sono ormai onnipresenti nell’ambiente, trovandosi nei mari, nei suoli, nell’aria e persino negli alimenti. Tuttavia, una delle scoperte più allarmanti degli ultimi anni riguarda la presenza di queste particelle nel sangue umano. Gli studi suggeriscono che queste microplastiche potrebbero rappresentare un rischio significativo per la salute, in particolare per il sistema cardiovascolare.

Microplastiche nel sangue

Un recente studio pubblicato su Environmental International ha analizzato la presenza di microplastiche nel sangue umano. Questo studio ha esaminato campioni di sangue prelevati da 20 partecipanti sani e ha rilevato che ben 18 di essi presentavano tracce di microplastiche. Le particelle identificate erano principalmente frammenti bianchi e trasparenti, composti da una varietà di polimeri plastici.

La scoperta che le microplastiche possano circolare nel flusso sanguigno è rivoluzionaria e solleva preoccupazioni su come queste particelle possano influenzare la salute umana. L’esposizione continua alle microplastiche potrebbe avere implicazioni serie, in particolare per il sistema cardiovascolare, causando infiammazioni, alterazioni della coagulazione del sangue e altri problemi correlati.

Implicazioni sulla salute del cuore

Le microplastiche, una volta entrate nel flusso sanguigno, potrebbero viaggiare in tutto il corpo e depositarsi in vari organi, incluso il cuore. Questo potrebbe portare a una serie di problemi di salute cardiovascolare. Gli esperti ipotizzano che le microplastiche possano contribuire a infiammazioni vascolari, cambiamenti nel sistema immunitario e alterazioni nella funzione di coagulazione del sangue, tutti fattori che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

L’infiammazione è una risposta immunitaria del corpo a sostanze estranee, e la presenza di microplastiche potrebbe innescare questa risposta nei vasi sanguigni. Questo tipo di infiammazione vascolare potrebbe portare a danni ai tessuti, aumentando il rischio di arteriosclerosi, una condizione in cui le arterie si induriscono e si restringono, limitando il flusso sanguigno al cuore e aumentando il rischio di infarti e ictus.

Inoltre, le microplastiche potrebbero interferire con la coagulazione del sangue. La coagulazione è un processo vitale che impedisce il sanguinamento eccessivo quando si subisce una ferita. Tuttavia, se il processo di coagulazione è alterato, potrebbe portare alla formazione di coaguli di sangue indesiderati che possono bloccare le arterie e causare gravi problemi cardiaci.

Lo studio ha rivelato che le microplastiche trovate nel sangue umano variavano in termini di tipo e dimensione. I polimeri più comunemente identificati erano polietilene, etilene-propilene-diene ed etilene-vinil-acetato/alcol. Le dimensioni delle particelle variavano notevolmente, con una lunghezza media delle particelle compresa tra 7 e 3000 micrometri e una larghezza media delle particelle compresa tra 5 e 800 micrometri.

Queste dimensioni sono preoccupanti perché particelle più grandi potrebbero avere un impatto maggiore sulla salute. Le particelle più piccole potrebbero essere in grado di penetrare nelle cellule e nei tessuti, causando danni a livello cellulare. Al contrario, le particelle più grandi potrebbero bloccare i capillari e altre piccole vie nel sistema circolatorio, causando problemi di flusso sanguigno e aumentando il rischio di malattie cardiovascolari.

Alcune limitazioni dello studio

Nonostante i risultati siano allarmanti, è importante riconoscere che lo studio presenta alcune limitazioni. Una delle principali sfide nella ricerca sulle microplastiche è la possibilità di contaminazione dei campioni durante la raccolta e l’analisi. Anche se i ricercatori hanno tentato di mitigare questo problema confrontando i campioni di sangue con campioni bianchi procedurali, non esiste ancora un protocollo standardizzato per eliminare completamente la contaminazione di fondo.

Inoltre, la metodologia utilizzata nello studio ha alcune limitazioni. Gli autori hanno stimato solo la massa dei polimeri microplastici e riconoscono che potrebbero aver sottostimato la massa e altri valori. La composizione delle particelle è stata determinata utilizzando criteri di corrispondenza del 70% o superiore con librerie di polimeri noti, il che potrebbe non essere del tutto accurato. Inoltre, poiché i ricercatori hanno esaminato solo un quarto di ciascun campione di sangue, potrebbero aver omesso alcuni polimeri nelle loro analisi.

Heather Leslie, una scienziata indipendente specializzata nell’analisi di microplastiche, ha sollevato ulteriori domande sulla metodologia utilizzata nello studio. Ha suggerito che le particelle di grandi dimensioni trovate potrebbero essere il risultato di contaminazioni o di errori nelle fasi di preparazione del campione. Queste domande devono essere affrontate in studi futuri per garantire che i risultati siano accurati e affidabili.

In che modo le microplastiche entrano nel sangue?

Le microplastiche possono entrare nel flusso sanguigno umano attraverso diverse vie. L’ingestione e l’inalazione sono le due principali modalità di esposizione. Le microplastiche sono presenti in una vasta gamma di alimenti e bevande, inclusi acqua in bottiglia, frutti di mare e persino sale da cucina. Inoltre, le particelle di plastica presenti nell’aria possono essere inalate e successivamente assorbite nel flusso sanguigno attraverso i polmoni.

Una volta nel corpo, le microplastiche possono attraversare le barriere cellulari e entrare nel flusso sanguigno. Le particelle più piccole possono essere particolarmente pericolose perché possono penetrare nelle cellule e nei tessuti, causando danni a livello cellulare. Le particelle più grandi, invece, potrebbero causare problemi bloccando i capillari e altre piccole vie nel sistema circolatorio.

Gli effetti a lungo termine

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine delle microplastiche sulla salute cardiovascolarre, i dati attuali suggeriscono che l’esposizione continua a queste particelle potrebbe avere conseguenze gravi. Le infiammazioni croniche, i problemi di coagulazione e i danni cellulari sono tutti fattori che possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari a lungo termine.

Le infiammazioni croniche causate dalle microplastiche possono portare a una serie di problemi di salute. L’infiammazione vascolare può danneggiare i tessuti dei vasi sanguigni, aumentando il rischio di arteriosclerosi. Inoltre, le microplastiche possono interferire con la funzione del sistema immunitario, rendendo il corpo più suscettibile a infezioni e altre malattie.

I problemi di coagulazione del sangue causati dalle microplastiche possono portare alla formazione di coaguli di sangue indesiderati. Questi coaguli possono bloccare le arterie, aumentando il rischio di infarti e ictus. Inoltre, le microplastiche potrebbero interferire con la produzione di cellule del sangue, causando ulteriori problemi di salute.