”Vaccino” tipo ”Arancia Meccanica” per prevenire i traumi della guerra

Pubblicato il 23 Novembre 2012 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA
Cobattimenti in Afghanistan

TEL AVIV, ISRAELE – Un ‘vaccino’ per prevenire i traumi dei combattimenti in guerra: mentre tra i militari americani aumentano i casi di suicidio, un team di ingegneri, esperti di computer e psicologi dell’Universita’ della Southern California ha messo a punto una cura preventiva tipo “Arancia Meccanica” a cui sottoporre i militari prima della partenza per il fronte o dopo il rientro in patria.

Circa il 17% dei soldati tornati dall’Iraq e l’11% dei commilitoni rientrati dall’Afghanistan restano vittima del Ptsd (Post Traumatic Stress Disorder), ovvero quella che un tempo si chiamava la “Sindrome del Vietnam”. La terapia piu’ comune consiste nell’esporre i soldati colpiti alle immagini e i rumori che li hanno traumatizzati aiutandoli a confrontare i loro ricordi. E’ una cura che spesso funziona, ma non sempre.

”Sarebbe indubbiamente meglio se la sindrome non esistesse”, ha detto Skip Rizzo, lo psicologo della Southern California che da tempo lavora al problema. Nei primi dieci mesi del 2012 il numero dei sospetti suicidi tra le file delle Forze Armate e’ stato di 166, gia’ uno in piu’ rispetto all’intero 2011. Solo in ottobre, i soldati che si sono tolti la vita sono stati 20, contro i 15 di settembre e spesso la causa che induce a farla finita e’ il trauma da guerra.

Il ‘vaccino’ proposto da Rizzo e’ una forma di immersione totale negli orrori di un conflitto, ma in un ambiente sicuro come un laboratorio. I soldati da ‘immunizzare’ sono proiettati in una realta’ virtuale fatta di immagini, suoni, vibrazioni e perfino degli odori che emanano da un campo di battaglia. Test clinici preliminari hanno dimostrato che l’idea potrebbe funzionare.

Il “Tour of Duty” include vedere e maneggiare resti umani, provare cosa si sente davanti a un commilitone virtuale ucciso o a guardare bambini morire senza poter far nulla per aiutarli. Ma a differenza del campo di battaglia la realta’ virtuale si puo’ fermare e gli eventi subiti possono essere discussi con calma. Quando cio’ accade un mentore virtuale emerge dal caos emotivo per guidare il paziente attraverso tattiche di riduzione dello stress, che vanno da semplici esercizi di respirazione a strumenti piu’ sofisticati: ad esempio il riconoscimento di reazioni normali allo stress e la consapevolezza che le reazioni provate sono anche loro normali.