Yara. Il cugino del marocchino accusato: “Non era in fuga. Avrà detto Allah mi protegga, non Allah mi perdoni”

Pubblicato il 6 Dicembre 2010 - 12:39 OLTRE 6 MESI FA

”Non è vero che Mohammed era in fuga. I biglietti per la nave non li puoi prendere il giorno prima, li aveva acquistati già da tempo”. Il cugino di Mohammed Fikri, Abderrazzaq, lo difende dalle accuse di aver ucciso Yara Gambirasio a Brembate di Sopra.

”Mohammed – aggiunge – torna sempre a casa in questo periodo dell’anno, perché c’è poco lavoro in Italia. Parte entro i primi quindici giorni di dicembre e ritorna a fine febbraio”. Abderrazzaq e Mohammed si vedono spesso nel fine settimana, quando quest’ultimo rientra nel trevigiano dalle zone dove il lavoro lo porta come specialista della posa di cemento. Abderrazzaq racconta di aver visto l’ultima volta il cugino venerdi’ sera, due giorni prima che i carabinieri lo bloccassero. ”L’ho visto tranquillo – spiega -. Era appena rientrato a casa e stava preparando la valigia per andare in Marocco”. Mohammed è un ragazzo normale. Aveva la sua auto, una piccola utilitaria, frequenta il bar, gli piace scherzare, ha il suo lavoro, esce con gli amici, e’ incensurato. E’ uno che passa il tempo come quelli della sua età”.

”Conoscendo mio cugino, avrà detto ‘Allah mi protegga’ e non ‘Allah mi perdoni’. Hanno sbagliato a tradurre dall’intercettazione telefonica”.

L’uomo sottolinea che questa ”è un’esclamazione naturale quando si viene attaccati o ci si trova coinvolti in qualcosa di spiacevole”. ”Ho visto mio cugino – prosegue Aberrazzaq – la sera di venerdì e mi ha accennato dell’interrogatorio dicendomi: ‘mi hanno chiamato i carabinieri per la storia di una ragazza, ma prima avevano sentito il mio principale”’.

Aberrazzaq riferisce che Fikri non viveva però con lui, a Montebelluna, ma in appartamento con altri stranieri ed un altro cugino a Valla’ di Riese Pio X (Treviso), località in cui vive anche il piccolo imprenditore edile per il quale Fikri avrebbe lavorato. Aberrazzaq è ad ogni modo convinto dell’estraneita’ del cugino nella vicenda di Yara: ”è innocente, ne sono sicuro al mille per cento”.