Fusione nucleare, eureka, ma non domani: almeno 30 anni per il sogno di un’energia a emissioni zero. Cosa manca

"I primi passi verso una fonte di energia pulita che potrebbe rivoluzionare il mondo", annuncia trionfante Jill Hruby, sottosegretaria Usa per la sicurezza nucleare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Dicembre 2022 - 17:01 OLTRE 6 MESI FA
fusione nucleare 30 anni

Fusione nucleare, almeno 30 anni per realizzarla davvero (Ansa)

Fusione nucleare, eureka, ma non domani: almeno 30 anni. Ci vorrà almeno una trentina d’anni affinché la fusione nucleare passi dall’essere una tecnologia sperimentale a una realtà. Una realtà fatta di reattori in grado di alimentare le nostre città a emissioni zero.

Fusione nucleare, eureka, ma non domani: almeno 30 anni

E’ vero, gli Usa hanno intrapreso “i primi passi verso una fonte di energia pulita che potrebbe rivoluzionare il mondo”, annuncia trionfante Jill Hruby, sottosegretaria Usa per la sicurezza nucleare, commentando il successo dell’esperimento

Ma sono tante le sfide tecnologiche che devono ancora essere superate. Questo vale per la fusione a contenimento inerziale con i laser, quella cioè che ha portato al risultato ottenuto al Lawrence Livermore National Laboratory negli Usa.

Vale anche per la fusione a confinamento magnetico, la tecnica del reattore Iter in costruzione nel sud della Francia.

Lo spiega l’esperto di fusione nucleare Stefano Atzeni, dell’Università La Sapienza di Roma. “Fare previsioni è davvero difficile, perché siamo appena alla soglia della dimostrazione che fisicamente lo schema inerziale funziona. Mentre per quello magnetico la prova l’avremo da Iter fra una quindicina di anni”, afferma Atzeni.

Fusione a contenimento inerziale coi laser e a confinamento magnetico

“I tempi saranno sicuramente molto lunghi, almeno una trentina di anni per entrambe le vie, perché restano ancora diverse sfide da superare”.

Nel caso del confinamento inerziale serviranno laser più efficienti che possano fare non uno sparo al giorno ma tre o quattro al secondo, con energie di 100-150 megajoule ciascuno contro i 2,5 dell’attuale.

Nel caso del confinamento magnetico “bisognerà sviluppare magneti superconduttori sempre più affidabili nel lungo periodo e lavorare sull’estrema complessità del tokamak, la ‘caldaia nucleare’ a forma di ciambella”, aggiunge l’esperto.