L’Inno prima delle partite: in Alto Adige suonato a “singhiozzo”

Pubblicato il 14 Marzo 2011 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Prima di tutti gli eventi sportivi del fine settimana si è potuto ascoltare l’Inno di Mameli, suonato per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Si è potuto ascoltarlo praticamente ovunque, prima dei match di serie A, prima di quello di rugby e anche prima degli eventi di categorie minori. Praticamente ovunque. C’è però una”colonia anti inno”, dove le note di Mameli sono state snobbate, oppure suonate a singhiozzo. E’ il Trentino.

Il governatore Luis Durnwalder torna dunque a non sentirsi italiano e non ci sta a festeggiare l’Unità, lui che non si sente rappresentato da niente che sia dalle Alpi in giù. Il Trentino non ha dunque rispettato la disposizione impartita dal Coni di suonare l’Inno prima degli eventi sportivi.

Alcuni singolari esempi. A Naturno il presidente della squadra di calcio dilettante Dietmar Hofer, aveva annunciato che le note dell’Inno sarebbero risuonate allo stadio senza problemi. Poi all’ultimo secondo ecco il dietrofront. Uno dei dirigenti della squadra ha semplicemente chiesto all’arbitro cosa sarebbe successo se non avessero suonato l’Inno, e alla risposta che non ci sarebbero state conseguenze, se non un appunto annotato sul referto, ha deciso per il no. Aveva paura di qualche sanzione ben più grave si vede.

A Bressanone, durante una gara di ballo sportivo, l’Inno c’è stato, con un risultato bizzarro però: metà pubblico si alza e inizia a cantare, l’altra metà resta seduto indifferente. A Bolzano invece tutto regolare, Inno suonato regolarmente senza problemi e addirittura c’è stato un “temerario”: il presidente della Stella Azzurra Filippo Rosace ha infatti voluto ridisegnare la casacca della sua squadra con una divisa che ha riportato il tricolore su maglietta, calzoncini e calzettoni.