Far west Rai: lo scazzo tra Masi e Liofredi per una foto con Ingrid Muccitelli sul Fatto quotidiano

Pubblicato il 28 Ottobre 2010 - 21:23 OLTRE 6 MESI FA

Mauro Masi e Ingrid Muccitelli in copertina di Novella 2000

Raccontano di scene da far west in Rai, al settimo piano del palazzo di viale Mazzini, mercoledì mattina, nell’ufficio di Mauro Masi, direttore generale.

Sul tavolo di Masi, spiaccicato come una frittata il Fatto Quotidiano: in prima pagina la notizia che il super tagliatore di teste e di costi non aveva risparmiato nessuno se non la sua fidanzata Ingrid Muccitelli, ex di Chiambretti e di Lamberto Sposini, con un programma su Rai 2. A prova del rapporto tra i due, il quotidiano splasciava anche in pagina un paio di foto di Masi e della Muccitelli in affettuoso atteggiamento.

Masi è andato su tutte le furie, minacciando querele, anche se ormai, querela o non querela, il danno c’era tutto. Poi ha convocato nel suo ufficio Massimo Liofredi, direttore di Rai 2 destinato a essere rimosso e lo ha investito con queste parole: “Sei stato tu a dare al Fatto la notizia di Ingrid”.

Liofredi sa di essere destinato a perdere il posto, perché così vuole Berlusconi, per piazzarci la più fida Susanna Petruni ma è deciso a vendere cara la pelle, a costo di far cadere gli ultimi capelli dalla testa di Masi, il quale è arrivato al punto di chiedere e far chiedere anche da alcuni paraninfi a Liofredi di andarsene spontaneamente.

Liofredi, però, non intende rassegnarsi all’idea. Per cui, di fronte alla contestazione, invece di rispondere a muso duro a Masi ammettendo la spiata, forse perché davvero innocente, ha scelto la via del diniego: non solo, ma, mostrando di averla presa male, si è avvicinato fisicamente a Masi in atteggiamento minaccioso.

In quel momento, nell’ufficio di Masi c’erano solo lui e Liofredi e nessuno sa esattamente cosa sia successo. Una cosa è certa: l’ex cantante e capo struttura di Rai 1, catapultato al vertice della seconda rete tv Rai da quel dio napoleonico che atterra e suscita, ha un fisico robusto e corpulento assai, tale da incutere una certa soggezione anche all’ex carabiniere Masi.

Poi è finita all’italiana: “Chiedimi scusa”, “No, chiedimi scusa tu”, alla fine, secondo i si dice di viale Mazzini, sarebbe stato Masi a chiedere scusa per il sospetto forse motivato ma indimostrabile.

L’umiliazione però non è piaciuta a Masi, che alla fine della giornata ha trovato il modo di eseguire una classica vendetta trasversale. Masi si trova nella impossibilità di rimuovere Liofredi, anche perché il fantasma di Paolo Ruffini lo tiene sveglio una notte sì e una pure e vorrebbe pertanto evitare di fare il bis (mai pensato a cambiare ufficio legale o capo del personale? Impossibile? E allora…).