Calcio, Reja alza la voce: “Giù le mani dalla Lazio”

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 - 19:01 OLTRE 6 MESI FA

”Il primato della Lazio non è frutto della fortuna – ha ammesso Reja – tutti i punti che abbiamo ottenuto in campionato ce li siamo sudati e meritati. Le cose che ho sentito questa settimana (da Zamparini e Cellino ndr) sono solo provocazioni, invidie o gelosie. Non so se il Palermo è più forte della Lazio, lo vedremo alla fine. Certo, i rosanero hanno un organico importante, grandissimi valori tecnici e giocatori giovani con tanta voglia di emergere”.

Sono soprattutto le qualità di Pastore a spaventare il tecnico biancoceleste: ”E’ già maturo nonostante la giovanissima età, ma non è il solo pericolo del Palermo – ha confessato – I due sloveni (Ilicic e Bacinovic, ndr) non sono da meno. Avrò bisogno di 11 giocatori in grande condizione fisica e tattica per contrastare i loro inserimenti fra le linee e poi dire la nostra. Sto pensando di giocare con tre centrocampisti sulla mediana”.

Dal 4-2-3-1 al 4-3-2-1 dunque, senza cambiare però gli interpreti: ”Mauri può abbassare il suo raggio d’azione, anche perché è un giocatore che capisce in anticipo la situazione e riesce sempre a rendersi utile”.

Il centrocampista brianzolo dovrebbe dunque giostrare al fianco di Ledesma e Brocchi, con Zarate e Hernanes dietro Floccari unica punta, pronti a far male con le ripartenze. Già, perché anche il Palermo dovrà aver timore della capolista e della sua manovra offensiva: ”Sono sicuro che Delio Rossi, che conosce bene molti dei giocatori di questa Lazio, farà qualche accorgimento tattico dal punto di vista difensivo”.

Nella retroguardia biancoceleste, non cambierà, invece, nulla: saranno i soli quattro, Lichtsteiner, Biava, Dias e Radu. Il tecnico goriziano, che in 6 precedenti non ha mai vinto a Palermo, conserva bei ricordi della sua esperienza in Sicilia: ”Ho trascorso i migliori anni da giocatore a Palermo. E’ una città che mi ha dato tantissimo. Spero solo di poter sfatare questo mio personale tabù da allenatore, invertire la tradizione e chiudere questo conto. Andare a giocare in casa loro è sempre complicato, anche perché i rosanero esprimono un calcio a ritmi altissimi”.