Germania-Inghilterra: il duro e antipatico (Capello) sfida il buono (Loew)

Pubblicato il 27 Giugno 2010 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA

Fabio Capello

Uno ci ha messo anni di vittorie e meticoloso lavoro per diventare antipatico. L’altro ha la faccia rassicurante del venditore di automobili. Uno ha una stanza piena di trofei. L’altro ha vinto un campionato in Austria.

Uno deve tenere a bada un gruppo di giocatori fortissimi e capricciosi. L’altro fa quasi il maestro elementare per una banda di ragazzini, che però sono tutti primi della classe.

Il match di oggi a Bloemfontein fra Inghilterra e Germania è all’insegna del paradosso perché a sostenere la millenaria lotta tra inglesi e tedeschi, per fortuna su un campo di calcio anziché su un campo di battaglia, sono due allenatori che nell’origine e nel nome incarnano due tra le razze che tedeschi e inglesi detestano di più, gli italiani e gli ebrei.

In termini calcistici poi il match è anche lo scontro fra due allenatori che intendono in maniera diametralmente opposta il loro mestiere e forse non potrebbero fare altrimenti.

Lui è Fabio Capello, ct dell’Inghilterra, italiano fino al midollo, l’altro è Joachim Loew, il cui nome rivela origini ebraiche cecoslovacche, che da dopo il Mondiale giocato in casa quando era secondo di Klinsmann, guida la Nazionale tedesca.

Capello ha per le mani forse una delle Nazionali inglesi più forti di tutti i tempi.

Rooney, Terry, Cole, Lampard, Gerrard sono giocatori all’apice della loro carriera: fortissimi, strapagati e bizzosi, con la tendenza ad impelagarsi in scandali sessuali e scazzottate nei pub, generi dei quali i tabloid inglesi vanno ghiotti. La ‘golden generation’ del football d’Oltremanica ha però un’occasione irripetibile: fra quattro anni molti dei suoi fenomeni saranno sul viale del tramonto.

Per la missione da non fallire serviva un ‘sergente di ferro’ e il tecnico friulano non potrebbe non essere più a suo agio nel ruolo. La ‘gioventù selvaggià tedesca è, antropologicamente, tutta un’altra squadra. Con una delle medie d’età più basse del torneo, che cala ancora se si guarda solo ai titolari, è in gran parte composta di talentuosi ragazzini che hanno poca o nessuna esperienza internazionale.

Per loro, Loew è un fratello maggiore, con i suoi modi misurati e il suo sorrisone consolatorio. A far salire la tensione, semmai ce ne fosse stata poca, ci ha pensato alla vigilia anche l’indisponibilità dello stadio per il tradizionale allenamento del giorno prima. Per questioni che ufficialmente sarebbero solo «logistiche e dettate dai tempi», Loew ha saltato la conferenza stampa ufficiale, mandando davanti ai giornalisti l’allenatore dei portieri: quell’Andreas Koepke che all’Europeo 1996 contribuì ad eliminare l’Inghilterra ai calci di rigore.

Agli inglesi, ossessionati in queste ore che la sfida vada proprio a finire con i tiri dal dischetto, vedere quella faccia, sia pure un pò invecchiata, non ha certo placato le paranoie. Capello invece, che si è allenato con i suoi in mattinata nel campo base di Rustenburg, sembra invece molto più sereno di tutti i sudditi della regina Elisabetta.

Disteso e rilassato, si è fermato in conferenza stampa per cinque minuti esatti (divisi peraltro con Steven Gerrard), che gli sono serviti soprattutto per rassicurare l’altra grande preoccupazione degli inglesi: «Rooney sta bene, in allenamento ha fatto un sacco di gol, farà bene anche con la Germania». Con la sua immensa esperienza è bravissimo a non darlo a vedere: ma sa benissimo che perdere agli ottavi di finale con la Germania sarebbe un’onta che la sua nuova patria calcistica adottiva non gli potrebbe mai e poi mai perdonare.