Inter, Zanetti: “Non smetto, voglio battere altri record”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Maggio 2013 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA
zanetti

Javier Zanetti (LaPresse)

MILANO – “Non è ancora il momento giusto per pensare di diventare allenatore. In agosto faccio 40 anni, ma voglio battere ogni record di età su un campo di calcio”. Javier Zanetti, capitano dell’Inter e in Italia da una vita, bloccato a casa da un brutto infortunio (rottura del tendine d’Achille del piede sinistro) si racconta a tutto tondo a Vanity Fair su politica, crisi, famiglia.

“Intanto, volevo tranquillizzare i tifosi dell’Inter – manda a dire Zanetti – e dire che ho tolto il gesso, e che mi manca una settimana di appoggio con la stampella poi cerco di togliere pure quella. E voglio tornare in campo in tempo per l’inizio della nuova stagione. Sono un combattente, e quando uno ha questo spirito nell’animo non e’ certo un infortunio a fermarlo: ci sono cose peggiori nella vita”.

E il calcio, dice Zanetti, può aiutare, può “lanciare segnali importanti. Se si vuole crescere, e cambiare le cose che non vanno nella nostra società, allora usiamolo, il calcio: perché è un ottimo veicolo di buoni propositi, ha una potenza immensa, che nessun altro sport possiede. Mi fermano donne che intendono il calcio come metafora di vita: ecco, in Italia ho imparato che è vero pure questo. Ci sono i bambini che hanno il calcio come sogno, e noi siamo li’ anche per questo. Io – prosegue Zanetti – penso prima di tutto ai bambini, e al privilegio che vivo ogni giorno facendo questo mestiere. Cerco di trasmettere la mia fortuna, e di darne a loro. Con piccoli segnali, si cambia il mondo. La mia fondazione, Pupi, aiuta tanti bambini”.

“Vede, il mio supereroe da piccolo era Capitan America e ho sempre voluto avere i poteri che ha lui: adesso, che un po’ ce li ho, i miei supereroi sono le persone normali, che vivono con difficoltà le giornate per via della crisi, che non arrivano a fine mese. C’è gente che mi ferma e mi fa i conti del suo portafogli, io vorrei dare una mano a tutti. Ma poi capisco che sono quelli lì in alto che ci governano che devono farlo… Adesso è il momento che escano allo scoperto le persone che hanno alti principi, quelli che portano ventate di ottimismo e hanno voglia di cambiare la società. Perché io, o noi calciatori, siamo parte della società, e con voi vogliamo cambiarla, in meglio”.