Olimpiadi, ciclismo inseguimento a squadre: Ganna guida i quattro moschettieri all’oro sul podio più alto di Tokyo

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 4 Agosto 2021 - 19:05 OLTRE 6 MESI FA
Olimpiadi, ciclismo inseguimento a squadre: Ganna guida i quattro moschettieri all’oro sul podio più alto di Tokyo

Olimpiadi, ciclismo inseguimento a squadre: Ganna guida i quattro moschettieri all’oro sul podio più alto di Tokyo

Olimpiadi, oro e record del mondo! SuperPippo Filippo Ganna trascina ll quartetto azzurro in una impresa pazzesca, con tempo mozzafiato: 3’42”032.
 Demolita la Danimarca che era favorita ed invece ha dovuto accontentarsi dell’argento. Ci sono rimasti male. Bronzo all’Australia  che , nella finale per il terzo e quarto posto, ha battuto la Nuova Zelanda. Quinto posto per il Canada. Seguono Germania, Gran Bretagna e Svizzera. Giornata memorabile.

I progressi di questo gruppo negli ultimi anni è stato formidabile, impetuoso. In dodici anni hanno guadagnato 37” e 675 metri.

L’inseguimento a squadre si corre su 4 km pari a 16 giri. E al pari di Vialli-Mancini e della sbalorditiva coppia Tamberi-Jacobs  – i loro abbraccci hanno commosso l’Italia – i ragazzi del quartetto  hanno brillato con l’esplosione della loro felicità supportata da una amicizia solida, vera. E da un carattere magnificamente formato. Fanno rumore anche in silenzio. Anime forti temprate dalla sofferenza, dai sacrifici.

Li ricordiamo: Filippo Ganna, il gigante di Verbania. A Tokyo ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Negli ultimi due chilometri mette il turbo e diventa devastante. Se dopo 25 anni l’Italia è tornata sul tetto del mondo con un record strepitoso ( velocità massima 71 km/h  nel finale ) lo deve in larga misura a questo corazziere piemontese.

Gli altri tre “moschettieri“ sono altrettanto dei giganti : Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan. Veneziano il primo (primo anche a decollare), bergamasco il secondo; è lui che gestisce il ritmo del quartetto. Fa il direttore. E poi c’è il cucciolo della compagnia, friulano di Tolmezzi,20 anni, faccia birichina. Abilissimo a mantenere  il ritmo.

Per vincere queste Olimpiadi servivano  due  prove disumane

A detta di tutti. Una per battere in semifinale la Nuova Zelanda, l’altra per demolire in finale la fortissima Danimarca. E sono puntualmente arrivate. Roba da cineteca. Quello che ha fatto Ganna negli ultimi tre giri per recuperare il gap sui danesi ha in effetti del disumano.

I danesi avevano fatto il record ai Mondiali di Berlino 2020. E alle Olimpiadi di Tokyo si sono presentati con lo stesso quartetto. Cioè Larsen, Hansen, Pedersen e Madsen.  Un quartetto che ci lasciva un distacco di un secondo abbondante. Era così da un paio di anni.

La finale sembra una roulette russa. La Danimarca parte spavalda ma i quattro moschettieri azzurri. restano attaccati. A metà gara Ganna si sposta per recuperare in vista della trenata finale. All’ultimo giro  siamo sotto di 1”033. Peccato. Allora prende il comando Ganna-D’Artagnan. A 125 metri dalla linea d’arrivo inventa una sparata a 73 km/h. Devastante. Gli altri pendolini azzurri sono con lui. Rimonta riuscita per 8  decimi.
Oro in ghiaccio.