Fontana: “Regio è la mia Scala, riportervò Verdi a Parma ed i giovani in teatro”

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA
Carlo Fontana (LaPresse)

PARMA – “La mia Scala è il Regio, riporterò Verdi in teatro in occasione del bicentenario in arrivo”. Carlo Fontata, direttore del Teatro Regio di Parma dal 1 ottobre, lo afferma in un’intervista su Il Fatto Quotidiano.

Tra gli obiettivi del direttore teatrale oltre riportare Giuseppe Verdi a Parma, nella sua città d’origine proprio in occasione del bicentenario che arriverà nel 2013, c’è anche quello di riportare il pubblico, soprattutto i giovani, in teatro.

Il Fatto Quotidiano scrive dell’incontro con un ottimista Fontana lo scorso 14 luglio e ne fa il confronto con l’intervista pubblicata il 20 ottobre:

“Il discorso continua a Parma dove Fontana sta lavorando. Voglio sapere se l’ottimismo è cambiato. Non lo è. “Impegno non facile per i soldi che sono pochi, ma credo il Regio è teatro dalla tradizione importante: tornerà la macchina culturale di una città dove la cultura accompagna la storia. Voglio cominciare dai ragazzi”.

Fontana vuole che Parma torni la “città di Verdi“, scrive il Fatto:

“Parma deve solo tornare se stessa: la città di Verdi nel cuore e nell’attenzione di chi la abita, giovani oggi lontani ma anche imprenditori da coinvolgere nelle scelte. “Il mio interesse è far sapere cosa stiamo facendo agli studiosi di altri paesi: Verdi e Toscanini possono aprire tante porte”.

Ma Fontana punta al cuore dei giovani e la sua storia comincia col riportare la musica nelle scuole:

“Quando Paolo Grassi mi chiama al Piccolo devo avvicinare gli studenti al teatro. L’ho rifatto alla Scala: Percorso Prove. Ragazzi selezionati negli istituti, 30-40 alla volta. Cominciano con la ricerca sull’opera che andranno a vivere, poi prove di sala, prove di lettura, prove di scena, prova generale. Accendono una curiosità che quasi sempre diventa amore. In una città ricettiva può essere la carta da giocare. Sul piacere della scoperta negli ultimi anni è sceso un velo non solo a Parma: ovunque. Sono cambiati interessi e valori, ma la crisi resta profonda per mancanza di prospettive anche se penso non sia difficile far capire ai giovani che non si esce dal malessere immaginando le vacanze ai Caraibi. Bisogna rieducarli alla bellezza della musica”.

Non mancano però i problemi finanziari, chiede il Fatto a Fontana:

“E i soldi? “Sono necessari. Ma i soldi si trovano se il progetto coinvolge l’intera città in un festival al servizio di un grande compositore per animare culture socialmente costruttive e non solo folklore”. Ecco perché – aggiunge – un manager pubblico deve saper sacrificare la busta paga. Il suo lavoro è per tutti. “Quando dico che fare questo mestiere non ci si arricchisce, non lo ripeto con rimpianto perché se sei al servizio della cosa pubblica vivi la soddisfazione di un civil server utile alla comunità. Non sempre l’uomo vale il denaro che guadagna”.