Venerdì 17 febbraio (c’entra qualcosa il malo influsso?) in quel di Roma la “piattaforma” dello sciopero di bus e metro e tram indetto da Usb (leggi Unione sindacale di base) esplicitava le motivazioni e gli obiettivi dello sciopero appunto. Spiccava la perentoria richiesta dello stop immediato e totale di ogni invio di armi a Zelensky. Potendo serenamente escludere che Putin abbia scrutato con attenzione speranzosa le percentuali di adesione all’astensione dal lavoro, il mettete uno sciopero nei vostri cannoni lascia perplessi per, diciamo, sia il pulpito che la predica. Altrettanto realistico e pertinente altro punto della “piattaforma”: la “abolizione delle tariffe energetiche”.
Sciopero di bus e metro contro la guerra, le bollette e tanto altro
Cioè la cancellazione dell’istituto oppressivo chiamato bolletta. Ma non facevano prima e meglio a dire che scioperavano per aumenti di salario e/o diminuzione di ore di lavoro e/o nuove assunzioni? No, quello lo fanno e lo dicono almeno un venerdì al mese. Non faceva politicamente figo ripeterlo pari pari. E allora a qualcuno in Usb è venuto in mente di alzare il tiro e di scrivere così una sorta di lettera di Totò a Peppino alla Malafemmina: c’è stata la moria delle vacche, studente che studia e si deve prendere una laurea, punto, punto e punto e virgola, abbondiamo… La “lettera Usb però non fa ridere neanche un po’. E induce la domanda, inevitabile, ma che gli dice il cervello?