Bossi/ Dialetti, Rotondi ironizza:”Il napoletano diventi lingua internazionale

Pubblicato il 17 Agosto 2009 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA

“Non sarebbe agosto se la Lega non ci desse qualche opinione forte, con modalità da dibattito in stile La Versiliana e Cortina InConTra. Detto questo, la vita continua”. Gianfranco Rotondi, in un’intervista sul Giornale, disinnesca con ironia la polemica sull’inno nazionale scatenata dal Carroccio: “Festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia, cambiando l’Inno, non sarebbe una trovata geniale. Ma l’ipotesi
– assicura il ministro per l’Attuazione del programma di governo – non è certo in discussione”. Dunque, insiste Rotondi, “non facciamone un dramma: non è mica la prima volta che Umberto Bossi parla così dell’Inno di Mameli”. E poi, “non è eversivo parlarne. E’ un’opinione
isolata, ma non politicamente scorretta”.
Rotondi liquida anche l’obbligo del dialetto nelle scuole: “E’ l’unico terreno su cui il Carroccio è sicuramente in una posizione minoritaria: nessun loro dialetto ha una valenza internazionale”. Peraltro, “posso sottoscrivere la proposta, a patto che il dialetto napoletano sia contemplato come lingua internazionale”. Al di là dello scherzo, “ciò  che conta – avverte Rotondi – è il programma con il quale ci siamo presentati agli elettori, in cui si riconoscono Pdl e Lega. Il resto è legittimo dibattito estivo”. In altri termini, non serve rinnovare simbologie, “la sostanza del cambiamento che sta avvenendo – sottolinea il ministro – è data dal federalismo”. Quanto alla rivendicazione di Lombardia o Veneto da parte della Lega, “legittimo” che Bossi avanzi le sue proposte, ma “noi siamo una coalizione e
dobbiamo preservare valori e uomini migliori. Credo sia difficile congedare le esperienze di Formigoni o Galan senza rischiare una caduta di credibilità”.