Da Terna a Rai, da Wind al Ministero dell’Economia: 70 impiombati con i derivati Lehman. Elenco sul Sole 24 Ore

Pubblicato il 6 Agosto 2009 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

Il Sole 24 Ore afferma che sono una settantina le grandi società italiane, quotate in borsa e non, in possesso di derivati Lehman , il gruppo americano finito nel settembre scorso sotto la procedura fallimentare del  Chapter 11. L’elenco dettagliato dei potenziali creditori è stato fornito, precisa il quotidiano economico, per la prima volta dalla Lehman Brothers Holdings.  Si tratta  di strumenti finanziari più complessi rispetto a quelli finiti ai piccoli risparmiatori italiani.

I derivati, stipulati con una controllata della Lehman, la Lehman Brothers Financing, ammonterebbero ad un valore di circa 12 miliardi di dollari, sui 16 miliardi complessivi di tutto il gruppo.

L’elenco dei gruppi e delle società italiane roso noto da Lehman è dettagliato. Tra i gruppi a capitale pubblico figurano Eni, Enel, Terna, Poste Italiane, Finmeccanica e Rai.  Tra le aziende private o privatizzate si trovano Telecom Italia, Seat Pagine Gialle, Wind, Mediaset, Italmobiliare, Barilla, Ferrero, Candy, De Longhi. Tra gli istituti bancari sono emersi, oltre a quelli di Intesa Sampaolo e Italease, anche  Mediobanca, Monte dei Paschi, Banca Nazionale del Lavoro; di banche popolari tra cui la Banca popolare; di credito cooperativo tra cui l’Iccrea; ed ancora Meliorbanca, Fineco, Interbanca e gruppi assicurativi come Generali e Fondiaria. Sono presenti anche il fondo pensioni del Banco di Roma, ex municipalizzate come la società bolognese Hera e la concessionaria di giochi Sisal.

Nell’ elenco ci sono anche contratti intestati alle Regioni Marche e Lazio mentre quello della Regione Sicilia appare  iscritto sotto la voce “United States” anzichè”Italy”. Vi è anche una posizione intestata alla Cassa depositi e Prestiti ed una al Ministero dell’Economia. All’indomani del default Lehman fonti del suddetto ministero avevano  puntualizzato l’esistenza di contratti swap e ridimensionato l’ammontare dei derivati a due miliardi di dollari ;  sembra ora che la posizione del dicastero sia comunque  verso società londinesi del gruppo che ricadono  sotto un’altra procedura fallimentare. Entro la metà del corrente mese di agosto i dirigenti della Lehman  si sarebbero comunque riservati di fornire ulteriori precisazioni.