Muos, radar Frankenstein, così dice Grillo. “Rivolta o stop soldi alla Sicilia”

Pubblicato il 31 Gennaio 2013 - 14:37| Aggiornato il 17 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Gli americani lo vogliono fare contro tutto e tutti. I siciliani di Niscemi quel Muos, sistema di comunicazione satellitare con antenne troppo voluminose per non essere notate, non lo vogliono neppure sentir nominare. Meno ancora lo tollera Beppe Grillo, che l’ha definito radar Frankenstein.  La Regione è con gli abitanti di Niscemi, ma i lavori, nonostante tutto vanno avanti.  E ora l’ennesima tappa della guerra del Muos, con i lavori dell’Assemblea Regionale che rischiano di essere paralizzati dalla questione.

Stavolta a mettersi di traverso sono i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, il partito che alle ultime regionali in Sicilia, ha preso più voti. Loro, non è una novità, il Muos non lo vogliono perché “mette a rischio la salute dei cittadini”. Per questo i grillini hanno fatto saltare mancare per tre volte il numero legale in Assemblea Regionale. Il tutto mentre si votava il Documento di programmazione economica e finanziaria.

In verità a non volere il Muos è il Movimento a Cinque Stelle ma la maggioranza dell’assemblea regionale, primo tra tutti il governatore Rosario Crocetta che per fermare i lavori ha deciso di andare in tribunale. E allora? Allora formalmente niente, perché i lavori procedono nonostante uno stop imposto ai lavori dalla Regione. Stop non rispettato da chi a Niscemi quel sistema satellitare lo vuole fare a tutti i costi, ovvero la marina Usa.

Gli americani davanti allo stop regionale si sono rivolti all’ambasciata e non si sono fermati. Non si sono fermati dopo la manifestazione a Niscemi e non si sono fermati neppure davanti all’Arpa e al presidente della Commissione Ambiente Giampiero Trizzino che ha spiegato: “Secondo l’Arpa viola anche il principio di precauzione con gravi danni anche per le persone che abitano nel raggio di 10 chilometri. Tutto questo basta e avanza per supportare una revoca”.

Difficile che si fermino davanti ai grillini che fanno “sabotaggio” al Dpef. Resta il Tribunale. Ammesso e non concesso che eventuali sentenze, poi, vengano anche fatte rispettare.