Andreas Lubitz “Schettinen”. “Torni a bordo c…” contro “Apra la porta c…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2015 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA
Andreas Lubitz "Schettinen". "Torni a bordo c..." contro "Apra la porta c..."

Andreas Lubitz “Schettinen”. “Torni a bordo c…” contro “Apra la porta c…”

ROMA – Andreas Lubitz “Schettinen”: follia omicida al comando, risposta ai tedeschi. Spiazzando un po’ tutti, sorvolando acrobatico sul politicamente corretto e sulla commozione generale, Alessandro Sallusti ha aperto Il Giornale di questa mattina con un solo nome: “Schettinen”.

E’ riferito ad Andreas Lubitz, il pilota tedesco che ha fatto schiantare l’aereo Germanwings contro le montagne uccidendo altri 159 passeggeri innocenti. E’ il suo tentativo di restituire il colpo basso a quei tedeschi che quando la Costa Concordia si incagliò provocando una trentina di morti, associarono il comportamento del comandante Schettino a un’inguaribile tara genetica degli italiani, inetti per difetto di fabbricazione, inaffidabili per vocazione.

In effetti tra i comandanti Schettino e Lubitz c’è una bella differenza: il primo è un pirla (detto con rispetto, per evitare querele) pericoloso, il secondo è un freddo e lucido assassino. Cosa dovremmo dire oggi: «Vi sorprende che fosse un tedesco?». A differenza dello Spiegel, noi non lo pensiamo. Perché come quella sera della Concordia c’era un italiano che gridava a Schettino in fuga «Torni a bordo, cazzo», così fuori dalla porta della cabina chiusa dell’Airbus che andava a schiantarsi c’era un tedesco che urlava a Lubitz «Apri la porta, cazzo». Che i tedeschi imparino la lezione. Ogni popolo deve fare i conti con le proprie vergogne e i propri eroi. (Alessandro Sallusti, Il Giornale)

Confronto impervio e scivoloso, non c’è che dire (basti pensare alla risposta de Il Giornale a caldo a Der Spiegel: “A noi Schettino, a voi Auschwitz”). Eppure, una certa forza simbolica si avverte. Basti mettere insieme la determinazione di un pazzo coi baffetti che trascinò l’intero suo popolo all’autodistruzione fisica e morale prima di spararsi un colpo in testa, con la sventatezza di chi la guerra la fece per bieco opportunismo pur senza averne i mezzi e invece di spararsi cercò di fuggire travestito, guarda un po’, da tedesco.

Lubitz, il brevetto di pazzo criminale stragista, se l’è guadagnato in volo con tanto di certificato di idoneità della Lufthansa, per Schettino avremmo sperato un riscatto alla Lord Jim, a cercare il sacrificio riabilitante su una sperduta isola del Borneo magari (e non all’Isola dei Famosi come è più verosimile). Pregiudizi e luoghi comuni vanno a braccetto: lasciamo che crucchi Sturmtruppen e italiani mangia spaghetti in canottiera considerino ciascuno a suo modo le vergogne della propria schiatta.