Beppe Grillo: con Letta risorto Barabba, notte della Repubblica

Pubblicato il 28 Aprile 2013 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo: “Risorto Barabba”

Beppe Grillo contro Enrico Letta e il suo Governo:

”Con il governo Letta il terzo giorno è resuscitato Barabba”

[Barabba, per chi non avesse consuetudine col Vangelo, è il ladro che venne liberato da Pilato, su richiesta della folla, invece di Gesù Cristo nell’indulgenza pasquale]

ha scritto su Facebook Beppe Grillo. Il riferimento è alla battuta che Enrico Letta ha fatto incontrando i capigruppo del Movimento 5 Stelle Vito Crimi e Roberta Lombardi:

“Dite anche a Beppe  Grillo che Dio è morto. Ma dopo tre giorni è risorto“,

a sua volta originata dal post dello stesso Beppe Grillo il 25 aprile in cui aveva definito la festa della Liberazione “morta”, con strascico di polemiche.

Il post sul suo blog è anche occasione per Beppe Grillo per rilanciare motivi di infelicità per la piega presa dagli eventi:

“Più di otto milioni di italiani che hanno dato il loro voto al MoVimento 5 Stelle sono considerati intrusi, cani in chiesa, terzi incomodi, disprezzati come dei poveri coglioni di passaggio”.

Traendo anche un po’ le conclusioni degli effetti della sua azione politica, Beppe Grillo o chi per lui ha scritto ancora:

“Un quarto degli elettori è di fatto una forza extra parlamentare. Lo scorso sabato la folla ruggiva, aveva circondato il Parlamento sui quattro lati, stava per sfondare. Si era radunata spontaneamente. Erano cittadini che si sentivano impotenti, esclusi da qualsiasi rappresentanza, da ogni decisione. Persone che vivono sulla loro pelle e su quella dei loro familiari una crisi economica senza precedenti nella storia repubblicana. Ora, invece, i responsabili di quella crisi ora si pongono a salvatori della Patria senza alcun senso del pudore. Ci ridono in faccia e mostrano il dito medio in segno di disprezzo, come Gasparri, al riparo delle loro scorte. “Noi siamo noi e voi non siete un cazzo”. Quanto pensate che potrà tenere il ghetto in cui avete rinchiuso la volontà popolare? Sei mesi? Un anno?”.

Il post, che domenica mattina domina la home page del bog di  Beppe Grillo, ha per titolo “Notte della Repubblica”:

“Dopo l’osceno colloquio notturno a tre, in cui due persone, Berlusconi e Bersani, hanno deciso tutto, governo, presidenze della Repubblica, programma, al cospetto dell’insigne presenza di Napolitano, il M5S non vedrà rispettati i suoi diritti di presiedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza Rai. Andranno all’opposizione farlocca della Lega e di Sel, alleati elettorali di pdl e pdmenoelle”.

Difficile dare torto a Beppe Grillo, in termini di logica: ma alla luce delle parole, più che dei comportamenti, eversive che Beppe Grillo ama usare come clave per attizzare il suo popolo, chi può dare torto a chi, per evitare il peggio, referisce affidare agli ex eversori di Lega e Sel il controllo parlamentare dei servizi segreti? Per la Rai il discorso è un po’ diverso, perché forse lì potrebbe davvero servire un po’ di vera ramazza, non quella contabile e fatta di procedure e circolari di Luigi Gubitosi: per quello che vale, comunque, la forza della commissione  di vigilanza sembra più quella delle parate e dei pomeriggi di riunioni inutili. C’era Sergio Zavoli: ce ne siamo forse accorti?

Altro punto, le mail deo 5 Stelle vittime di hackeraggio:

 “Sulle mail trafugate a M5s solo scherno e silenzio. Per il M5S solo scherno o silenzio. Anche il silenzio del presidente della Repubblica del quale sono stati distrutti nei giorni scorsi i nastri delle conversazioni con Nicola Mancino. Il M5S subisce attacchi vergognosi ogni giorno da giornalisti prezzolati, attacchi furibondi che si sono intensificati dopo le elezioni. Chiunque faccia parte del M5S, o anche si avvicini, è colpito sul piano personale e nessuno si indigna. Per il Palazzo è normale che questi parvenu della democrazia siano sbeffeggiati, insultati, derisi. Le mail private di molti parlamentari del M5S sono state trafugate, foto, filmati, corrispondenze. In un altro Paese sarebbe il primo titolo per giorni. Se fosse successo al Pdl, a Fabrizio Cicchitto, Niccolò Ghedini, Renato Brunetta, i giornali e i telegiornali e i telegiornali avrebbero gridato all’attentato alla sicurezza nazionale”.