Psicodramma funerali Casamonica, basta. Sono i re di Roma…

di Marco Benedetto
Pubblicato il 11 Settembre 2015 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA
Psicodramma funerali Casamonica, basta. Sono i re di Roma...

Il carro funebre di Vittorio Casamonica

ROMA – La nuova polemica sulla famiglia Casamonica, per la comparsata a Porta a Porta di Bruno Vespa (video della puntata) dopo il funerale del capo clan, mi fa venire in mente una espressione genovese: mi tocco per vedere se ci sono, il massimo della incredulità. Tanto è assurdo quel che sta accadendo attorno a me che voglio sincerarmi che sia realtà.

In una Italia dove è proibito chiamare “zingari” gli zingari, in cui le loro piccole o grandi attività illegali sono subite e tollerate, a cominciare dall’abuso dei parcheggi nelle grandi città, uno zingaro da Bruno Vespa fa scandalo, il sottinteso è che il funerale di un capo clan zingaro non ci sarebbe dovuto essere, che i Casamonica possono continuare a tenere Roma in pugno tanto da proclamarsene re, basta che stiano nelle loro catacombe, nei loro ghetti, che non disturbino l’illusione dei salotti, quello di Bruno Vespa incluso.

Saremo liberi di farci portare al cimitero come ci pare? Perché volete imporre, agli zingari e a tutti noi, le regole del vostro birignao?
Non guardo la tv, non guardo Porta a porta ma mi sento titolato a dire che Bruno Vespa ha fatto il suo dovere di cronista anche proprio del servizio pubblico. Perché Rosy Bindi, la Carfagna, la Gelmini, la Boschi sì e Vera Casamonica no?

Bruno Vespa ha portato, in casa dei tanti che non leggono i giornali e non hanno altri mezzi per informarsi, la versione di una parte in una vicenda assurda, quella dei funerali di Vittorio Casamonica.  per cui si sono mossi prefetti e sindaci. Con che faccia Ignazio Marino, quello dei Fori pedonali, dell’immondizia in strada, delle multe il sabato sera, dei vigili in sciopero bianco etc. etc. con che faccia se la prende con un funerale?
Ci hanno assordato di “mai più”, però nessuno dei tantissimi moralisti dei funerali ha chiesto conto a chi permesso ai Casamonica di dilagare a Roma, di diventare “re di Roma”.

Quello va giù come un fatto acquisito. Nessuno si indigna per le minacce ai cronisti e ancor più per le notizie di spaccio in un rione di Roma trasformato in fortino, con sentinelle e video sorveglianza stradale.
Indigna solo il funerale. È la debolezza dei moralisti: quel che conta non è la sostanza ma la forma.