Cinema: gli studios Mgm, icona di Hollywood, verso la bancarotta

Pubblicato il 29 Ottobre 2010 - 23:20| Aggiornato il 15 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Mgm verso la bancarotta pilotata: gli studios icona di Hollywood potrebbero farvi ricorso già domenica, a meno di un accordo dell’ultima ora con Lions Gate. I creditori del ‘Leone Ruggente’ sono riuniti per votare sul futuro della società: le ipotesi sul tavolo sono due, anche se – secondo indiscrezioni – quella più probabile è una bancarotta pilotata già domenica così da favorire la ristrutturazione dei 4 miliardi di dollari di debito, propedeutica un accordo con Spyglass.

Ipotesi alla quale si oppone l’investitore miliardario Carl Icahn che, insieme a Franklin Investment, preme per una fusione con Lionsgate, di cui è il dei maggiori azionisti. Secondo indiscrezioni, Mgm in una lettera inviata ai creditori negli ultimi giorni avrebbe definito il piano di riorganizzazione di Spyglass come la migliore soluzione e prevede che i creditori scambino il debito per il 95% dei azioni della Mgm che uscirà dalla bancarotta. A Spyglass, produttore del film ‘Il sesto senso’, andrebbe invece il rimanente 5%. Lions Gate invece offre ai creditori di Mgm il 55% della società, in grado di realizzare sinergie per oltre 100 milioni di dollari l’anno, che nascerebbe dalla fusione più 500 milioni di nuovo debito.

Ad appoggiare il piano Lions Gate sarebbero Icahn, Mark Rachesky e Capital Group Cos. Fra i sostenitori di Spyglass, invece, figurano Highland Capital Management, Anchorage Advisors, Davidson Kempner Capital Management, Solus e Goldman Sachs. Mgm ha bisogno del voto favorevole della maggioranza dei suoi creditori per l’approvazione del piano di Spyglass ed eventualmente per l’ok della corte della bancarotta. Mgm e’ in difficolta’ ormai da diversi mesi: poco piu’ di un anno fa la società ha assunto assunto l’esperto in ristrutturazioni Stephen Cooper, a conferma del periodo difficile attraversato dal famoso studio di Hollywood, produttore di James Bond. Mgm, controllata da Providence Equity Partner e Tpg, aveva annunciato nel maggio 2009 di voler ristrutturare il proprio debito.

Diverse le società che da allora si sono fatte avanti, fra queste il miliardario indiano Anil Ambani, che ha già resuscitato con una iniezione di capitali da 325 milioni di dollari la Dreamworks di Steven Spielberg. Secondo indiscrezioni, a manifestare interesse erano state anche News Corp e Time Warner. Quest’ultima aveva messo sul piatto 1,5 miliardi di dollari per acquistare l’icona di Hollywood. Il solido bilancio di Time Warner, che ha chiuso il 2009 con 5 miliardi di dollari di liquidità, sembrava proiettare la società in pole position nella scalata a Mgm, con la quale ha un accordo di co-produzione per il film basato sul racconto ”Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien.