Lo rivela uno studio indipendente commissionato dalla Chiesa stessa: in Francia, negli ultimi 70 anni, oltre 300 mila bambini e ragazzi sono stati abusati da preti e affini. Fanno 13 ragazzini abusati al giorno. Numeri che indignano, certo, con il presidente della Conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort, che esprime “vergogna”, “spavento” e chiede “perdono” alle vittime della pedocriminalità. Ma numeri talmente enormi da raccontare queste non come eccezioni, ma come norma e sistema.
La Chiesa e la pedofilia in Francia
Il rapporto in questione, redatto dalla CIASE (Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Eglise) e commissionata dalla Chiesa cattolica francese nel 2018 a seguito di una serie di scandali in altri Paesi, è stato presentato dal suo presidente, Jean-Marc Sauvé, alla presenza di monsignor Eric de Moulins-Beaufort e suor Véronique Margron, presidente della Conferenza dei Religiosi e delle Religiose di Francia. Per arrivare alle sue conclusione la commissione ha esaminato documenti degli archivi della chiesa, del tribunale e della polizia, ha ascoltato testimoni e vittime per due anni e mezzo. Durante questo tempo una linea diretta ha ricevuto circa 6500 telefonate da persone che hanno dichiarato di aver subito violenza o che erano a conoscenza di violenze ricevute da conoscenti.
Un lavoro metodico e scrupoloso, oltre che terribile
“Voi, membri della commissione, state tornando dall’inferno”, ha detto durante la presentazione François Devaux, fondatore di La Parole Libérée, un’ex associazione di vittime. Un lavoro che ha portato a individuare 330 mila vittime di abusi in un arco temporale compreso tra il 1950 e il 2020, vittime di circa 3000 pedofili di cui i due terzi sacerdoti e i restanti laici ma ‘affini’, cioè sagrestani, insegnanti nelle scuole cattoliche e responsabili di movimenti giovanili che lavorano nelle istituzioni della chiesa cattolica.
Considerando che in 70 anni ci sono circa 25.600 giorni e facendo un semplice divisione si scopre che per
quasi un secolo, in Francia, ogni giorno sono stati abusati 13 minori. Attenzione, un dato che fa accapponare la pelle ma che ancora non rende l’idea esatta perché 13 minori abusati ogni 24 ore porta agli oltre 300 mila del rapporto, ma non tiene conto di chi veniva abusato per la seconda, la terza o l’ennesima volta. Le 330 mila sono vittime, non episodi.
Vittime di carnefici che il rapporto svela come particolarmente rapaci e seriali perché, sempre numeri alla mano, 3000 orchi per 330 mila vittima significa che ogni pedofilo, in abito talare o meno, ha sulla coscienza un centinaio di vittime.
La fabbrica di pedofilia
Difficile se non impossibile parlare di episodi, di eccezioni o pecore nere di fronte a questi numeri. Numeri che sono da sistema. Diventa allora doveroso indagare le ragioni di questo sistema. Sistema che è stato in piedi perché, come denuncia lo stesso rapporto, protetto dalle istituzioni ecclesiastiche con la Chiesa cattolica che ha mostrato “fino all’inizio degli anni 2000 una profonda indifferenza, anche crudele, nei confronti delle vittime”.
“I minori rischiano nel mondo religioso due volte in più di essere vittime di abusi rispetto ad altri ambiti”, denuncia il rapporto. Ma perché? Le possibilità da indagare sono due. La prima, la più intuitiva, è che tra chi sente la Chiamata, quella che per i credenti porta sulla strada del sacerdozio, c’è una quota doppia almeno rispetto alla media di individui con problemi e disturbi della sessualità. Possibile, certo. Oppure questi disturbi non sono una condizione preesistente, ma sono il frutto di questa scelta e della vita imposta ai sacerdoti che comprende il voto di castità. Voto che però non è previsto per gli insegnati e tutti i laici che lavoravano all’interno delle istituzioni cattoliche e che si sono resi protagonisti degli abusi.