Germania: uova alla diossina, allarme tra i consumatori

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA

E’ allarme in Germania dopo la scoperta di uova alla diossina e mangimi contaminati destinati a pollame e suini: il governo della cancelliera Angela Merkel ha lanciato un appello al Paese spiegando che sarebbe ”assolutamente esagerato” rinunciare adesso alla carne e alle uova, ma migliaia di animali sono già stati soppressi, i consumi di questi prodotti sono in ”forte calo” e lo scandalo ha già oltrepassato i confini nazionali. Se da una parte le associazioni dei consumatori invitano i cittadini a non acquistare pollame, carne suina e uova, infatti, dall’altra un portavoce del ministero dell’Agricoltura – Holger Eichele – ha confermato che 136mila uova sospette sono state spedite il 3 e il 5 dicembre scorsi da un’azienda della Sassonia-Anhalt a una società olandese di Barneveld, una cittadina a circa 60 km a sudest di Amsterdam.

La Germania, quindi, si trova alle prese con un altro scandalo alimentare dopo quello delle mozzarelle blu – l’anno scorso – prodotte dal caseificio bavarese Milchwerk Jaeger e vendute in tutta Europa. Questa volta, sotto accusa c’è la Harles und Jentzsch, una società di Uetersen, nello Schleswig-Holstein (nord), produttrice di grasso per mangimi. La Harles und Jentzsch ha consegnato fino a 3mila tonnellate di grasso per mangimi contaminato da diossina a 25 produttori. Questi, a loro volta, hanno venduto i mangimi contaminati ad allevatori in otto regioni (Brandeburgo, Amburgo, Bassa Sassonia, Nord Reno-Westfalia, Sassonia, Sassonia-Anhalt, Schleswig-Holstein e Turingia), come ha spiegato il ministro dell’Agricoltura e della protezione dei consumatori tedesco, Ilse Aigner.

”Al momento sappiamo che sono coinvolte otto regioni”, ha detto la Aigner. Da parte loro, i manager della Harles und Jentzsch si sono giustificati dicendo che una sostanza chimica industriale normalmente usata nella produzione della carta è stata utilizzata per errore nei grassi per mangimi. La Aigner non ha commentato questa versione dei fatti, ma secondo un portavoce del ministero la spiegazione ”non è affatto attendibile”. Per il momento, comunque, il caso sembra essere confinato alla Germania e all’Olanda. Fonti del ministero della Salute interpellate dall’Ansa, infatti, hanno indicato che nessun prodotto alimentare contaminato da diossina proveniente dalla Germania è stato inviato in Italia.

La Commissione europea, inoltre, non ha lanciato alcun allarme generale, anche se segue il caso con attenzione. In Germania, invece, le autorità hanno chiuso oltre 1.000 allevamenti nella sola Bassa Sassonia, dove sono stati soppressi oltre 8mila polli. E nonostante gli appelli del governo e della stampa a non ”esagerare”, le vendite di uova – secondo l’associazione di settore Meg – sono diminuite ”notevolmente”, mentre i consumatori tedeschi chiedono maggiori controlli. Le autorità dovrebbero accertarsi che i produttori di mangimi ”utilizzino solo ingredienti certificati”, ha commentato Christiane Gross, portavoce di Foodwatch, un’associazione non governativa che si batte per i diritti dei consumatori nel settore alimentare. La diossina, ha proseguito la Gross, è presente spesso nei grassi usati per la produzione dei mangimi e ”finché non ci saranno controlli sugli ingredienti finirà sempre nei nostri piatti”.