Londra, killer è un cittadino norvegese di origine somala di 19 anni

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Agosto 2016 - 13:54 OLTRE 6 MESI FA
Londra, killer è un cittadino norvegese di origine somala di 19 anni

Londra, killer è un cittadino norvegese di origine somala di 19 anni

LONDRA – E’ un cittadino norvegese di origine somala di 19 anni l’uomo che mercoledì sera, armato di coltello, ha ucciso una donna americana e ferito cinque persone nel centro di Londra, a Russell Square. L’uomo non avrebbe legami con il terrorismo, ha spiegato il numero due di Scotland Yard, Mark Rowley, precisando che non sono state trovate tracce di radicalizzazione sul suo conto. Anche le vittime (una americana, un inglese, un israeliano, un australiano) sono state scelte a caso. Secondo la polizia londinese il killer avrebbe problemi mentali. 

Mercoledì sera, 3 agosto, intorno alle 22:30 (le 23:30 in Italia) il ragazzo, urlando improperi e minacce, si è scagliato contro i passanti. La polizia, sotto allerta per il rischio terrorismo ai massimi nel Regno Unito, è intervenuta subito e lo ha neutralizzato con una scarica elettrica di un taser, e lo ha quindi portato in ospedale.

Nel corso della mattinata l’aggressore è poi stato dimesso e preso in custodia dalla polizia, che gli ha formalizzato l’accusa di omicidio, mentre restano aperte le piste sul movente.   “Continuiamo a concentrare la nostra linea d’indagine sulla salute mentale” dell’arrestato, ha riferito in mattinata un portavoce della polizia.

Parlando con i giornalisti la notte scorsa, Rowley aveva detto che “le prime indicazioni suggeriscono che la salute mentale dell’aggressore sia un fattore significativo in questo caso ed è questa una delle linee maggiori delle indagini”. Certo, aveva aggiunto, “a questo punto dobbiamo mantenere ampie vedute riguardo al movente e di conseguenza il terrorismo rimane una delle linee di indagine che dobbiamo esaminare”.

Sempre in mattinata, sono state dimesse dall’ospedale anche tre delle cinque persone ferite. Altre due persone restano invece ricoverate, ma non vi sono indicazioni che la loro vita sia in pericolo.